Settimana corta, se ne parla e in Europa già viene introdotta
Riduzione settimana di lavoro: In Spagna alcuni lo fanno, in Belgio se ne parla. E in Italia?
In Italia e nel resto del mondo capitalistico occidentale se ne parla già da qualche decennio ma, salvo rare eccezioni, senza alcun costrutto. In questi ultimi tempi il governo belga invece sta valutando l’introduzione della settimana lavorativa di quattro giorni senza riduzione dell’orario di lavoro. La riforma consentirebbe sì un giorno di riposo ma allungherebbe però l’orario di lavoro portandolo a nove ore e mezza. Una proposta, questa, accolta con poco entusiasmo e molti dubbi dagli stessi sindacati.
L’iniziativa è contenuta nella riforma del lavoro che l’esecutivo belga intende intraprendere nel Bilancio 2022.Al momento però, la proposta non genera consenso né all’interno del governo né tra datori di lavoro e sindacati con i quali si dovrà comunque negoziare. Chi sostiene la riforma ritiene possa portare ad una migliore conciliazione tra vita professionale e lavorativa perché lascerebbe una giornata libera in più riducendo il rischio di problemi mentali associati al lavoro come il “burn out”. In aggiunta, sarebbe positiva per l’ambiente perché ridurrebbe il pendolarismo. I detrattori ritengono invece che il carico di lavoro giornaliero aumenterebbe perché si allungherebbe la giornata lavorativa dalle attuali 7 ore e 36 minuti a 9 ore e mezza. Proprio questo aspetto non comporterebbe il benessere del lavoratore riguardo l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Soprattutto riguardo i lavoratori genitori con figli a scuola. Senza tralasciare la produttività del lavoro stesso, sottoposto ad un maggior carico lavorativo giornaliero.Il dibattito, come detto, non è nuovo e la pandemia di Covid- 19, se non altro ha mostrato in tutto il Mondo le possibilità di organizzare il lavoro in modo diverso. In Spagna, per esempio, la multinazionale della moda Desigual ha deciso la scorsa settimana di introdurre la settimana di quattro giorni con salari ridotti per i suoi dipendenti. Altre grandi aziende come Telefónica stanno già esplorando e alcune più piccole già la stanno applicando. In Islanda tra il 2015 e il 2017 si è registrata una riduzione dell’orario di lavoro nel settore pubblico da 40 a 35 ore settimanali. Il tutto ripartendo le ore lavorative su quattro giorni e senza riduzione salariale abbinandola a misure per migliorare la produttività come l’eliminazione di compiti superficiali o riducendo la durata delle riunioni aziendali. Il risultato è stato un miglioramento del benessere e dell’equilibrio tra lavoro e vita privata per i dipendenti mentre la produttività è stata mantenuta o addirittura aumentata. E proprio questo “successo” ha indotto i sindacati a negoziare una riduzione dell’orario di lavoro per l’86 per cento della forza lavoro del Paese. Il dibattito è ancora aperto mentre in Italia il tema trova da tempo flussi e riflussi senza mai che si sia arrivati a portare alcuna proposta concreta sul tavolo del Governo e, conseguentemente, alcun cambiamento. E voi, che ne pensate?