A marzo la settimana mondiale del glaucoma, patologia dell’occhio
Dall’8 al 14 marzo si celebra la “Settimana mondiale del glaucoma”, una patologia cronico- degenerativa nei confronti della quale la prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali per evitare di scoprirla quando ha già prodotto danni alla visione.
Si tratta di una patologia oculare che, secondo i dati forniti nel 2019 dall’Oms, colpisce nel mondo oltre 64 milioni di persone.
La prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali per evitare che questa malattia cronico degenerativa venga diagnosticata quando non c’è più nulla da fare.
La cura al momento consiste in una terapia farmacologica a base di colliri e farmaci diuretici a cui si affianca nella maggior parte dei casi anche una terapia chirurgica che può essere effettuata con laser in regime ambulatoriale o con interventi di microchirurgia e impianti di valvole.
Ogni anno Iapb Italia Onlus Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità Sezione Italiana, con il supporto delle principali associazioni che si occupano di disabilità visiva in Italia, organizza eventi e iniziative volte a sensibilizzare la popolazione sull’importanza di sottoporsi a visite oculistiche periodiche ai fini di individuare per tempo i segnali di un glaucoma.
La malattia colpisce in prevalenza persone di età compresa tra i 40 e gli 80 anni ma sono in aumento i casi di glaucoma congenito (presente fin dalla nascita), giovanile (che si manifesta in adolescenza) e secondario (causato da altre patologie come diabete e cataratta).
Il glaucoma è tra le prime cause di cecità nel mondo ed è la prima a essere irreversibile. L’impatto sulla qualità della vita dei pazienti è rilevante non soltanto nel caso di danni alla vista. Si tratta infatti di una malattia dal forte impatto psicologico che sottopone chi ne è affetto a una costante pressione emotiva. Le visite sono effettuate almeno una volta al mese e comprendono esame del fondo oculare, della cornea, campo visivo, monitoraggio della pressione oculare, oct (tomografia ottica a radiazione coerente). La terapia consiste in colliri da instillare quotidianamente, spesso per tutta la vita e non escludono effetti collaterali talvolta anche gravi. Gli interventi, specie nelle forme congenite, raramente si rivelano risolutivi e la maggior parte dei pazienti si ritrova a dover affrontare numerosi ricoveri e diverse tipologie di operazioni. Al glaucoma si affiancano altre patologie come la cataratta e spesso gli sbalzi di pressione negli occhi causano edemi corneali, distacchi di corioide, prolasso dell’occhio (alcuni pazienti devono impiantare delle protesi oculari). Il glaucoma impedisce l’assunzione di numerosi farmaci (ad esempio l’aspirina e il Buscopan per citarne alcuni tra i più comuni), integratori e alimenti (menta, zenzero e melissa) che possono causare ipertono oculare, ovvero innalzare la pressione all’interno dell’occhio. Quando questo avviene generalmente si avverte dolore agli occhi, mal di testa, nausea, capogiri, sensibilità alla luce, scottomi luminosi (flash molto intensi causati dall’attività elettrica del nervo ottico sottoposto a pressione). Sono controindicate alcune attività sportive e sforzi fisici molto intensi.
Il glaucoma è una malattia di cui si comprendono solo in parte le cause. Se da una parte un ipertono può condurre al glaucoma, d’altro canto esistono forme di glaucoma ipotensivo, quando cioè le cellule del nervo ottico degenerano nonostante la pressione oculare sia sotto la soglia di pericolosità (dai 10 ai 18 mmHg).
Se il nervo ottico comincia la degenerazione, ogni visita diventa una sentenza per il paziente, che spesso si ritrova a dover affrontare tutto questo senza un supporto psicologico professionale.
L’auspicio è che la ricerca arrivi finalmente a una cura definitiva e realmente efficace per questa patologia, il sogno è che un giorno si trovi il modo di rendere i danni al nervo ottico reversibili, l’utopia è che lo studio della genetica possa sconfiggerla una volta per tutte. Resta almeno la speranza concreta che al lavoro degli oculisti venga affiancato quello di una figura operante in ambito psicologico, affinché chi convive con questo “ladro silenzioso” non sia lasciato da solo.
Roberta Gatto