Ho provato a girare da sola per Quartu con il bastone bianco. Ecco cosa è successo
Avete presente quella sensazione che ci ha colto tutti durante i primi mesi del 2020, mentre eravamo costretti in casa per via del lock down e a malapena si poteva uscire a fare la spesa? Quell’irrefrenabile desiderio di andare a fare quattro passi, così, solo per respirare un’aria diversa da quella soffocante di casa, quell’incontenibile voglia di mettervi qualcosa di decente addosso e andare a sgranchire le gambe. Ah, che goduria quando finalmente lo avete fatto. Ve lo ricordate? Bene.
Ora immaginate di essere una persona cieca che vive nella zona del cosiddetto centro storico di Quartu. Immaginate di avere anche semplicemente un bisogno primario come andare a comprare qualcosa da mangiare. A me è successo. Una mattina ho aperto il frigo e lui mi ha detto: “Non c’è nulla da mangiare. Vai a comprare qualcosa”. Quando dico lui intendo proprio il frigo, non il mio compagno. Al che mi sono detta: “Ha ragione (sempre il frigo), quasi quasi vado a comprare della carne”. Una cosa normalissima. Mi vesto, mi copro bene perché fuori fa freddo, accedo a Google Maps e cerco il percorso a piedi per arrivare alla macelleria più vicina che sta a 5 minuti di camminata da casa mia. Prendo il bastone ed esco.
Seguo le indicazioni, “procedere dritto per tot metri poi svoltare a destra”.
Lo faccio. Ma…
Ma quando svolto mi ritrovo, credo, improvvisamente catapultata in un survival horror perché a Quartu, dove abito, non troppo lontano da via Vico, via Fiume e viale Colombo, la situazione è questa:
il marciapiede non c’è.
Il marciapiede c’è ma è molto stretto, ci sono pali, inferriate che sporgono dai muri ad altezza faccia, bidoni della spazzatura non riportati dentro casa dai proprietari, mobili abbandonati stile discarica a cielo aperto, buche, mattonelle sconnesse o assenti, tratti con sabbia o terriccio o erba in cui il bastone si incastra e la sottoscritta rischia di rompersi una gamba. Il marciapiede c’è, ma è così stretto che non ci si può salire.
Il marciapiede delle Micro Machines non si può usare per prendere punti di riferimento con il bastone perché ci sono macchine parcheggiate lungo tutta la strada, spesso da ambo i lati.
Mentre cammino in mezzo alla carreggiata passano delle macchine e devo appiattirmi come una sogliola per non essere investita.
La situazione non migliora nemmeno in un lungo tratto di viale Colombo e in altre strade della zona. Ultimo, ma non meno importante, aiuole a bordo strada con rami che sporgono ad altezza faccia (credo abbiano qualche problema con la faccia delle persone, qui) e fichidindia.
Ad ogni modo, alla fine, sono riuscita a fare i miei acquisti, pregando tutte le divinità da me conosciute e impiegando un’ora tra andare e tornare. Per chi viaggia in macchina le cose non migliorano di molto.
Quartu ha la stessa agibilità di uno scolapasta sia per i pedoni, vedenti e non, che per gli automobilisti.
Ma questa è un’altra storia. Per chi se lo stesse chiedendo, non sono più uscita da sola. Sono di nuovo in lockdown.
Roberta Gatto