L’invecchiamento della popolazione italiana e l’aiuto economico della Ue
L’invecchiamento della popolazione italiana e i dati sull’assistenza agli anziani non autosufficienti rientrano nelle missioni 5 e 6 del Pnrr. Il problema è serio ed è in evidenza il bisogno di affrontarlo con una visione più a lungo termine. Da qui la necessità di interventi volti al mantenimento di una dimensione autonoma delle persone anziane aggiunto il potenziamento dell’assistenza sanitaria, specie quella radicata sul territorio.
I numeri
In Italia, secondo i dati Istat, si contano 3.8 milioni di anziani non autosufficienti di cui solo una minima parte (tra i 250 e i 300 milioni) ospiti in case di riposo.
Attualmente 1.4 milioni beneficiano dell’indennità mensile di accompagnamento dell’Inps (per una cifra di 529.94 euro); 131 mila sono in carico ai servizi sociali del Comune che li segue con servizio di assistenza domiciliare (Sad) e 858.722 hanno l’assistenza domiciliare integrata (Adi) consistente in un infermiere a casa per un massimo di 18 ore l’anno (con una spesa annua totale pari a circa 1.7 miliardi di euro).
La politica dell’Unione europea
Dall’Unione Europea, da qui al 2026, sono previsti 2.72 miliardi per contribuire all’assistenza domiciliare aggiunti ulteriori 806.970 per i non autosufficienti (portando al 10 per cento l’attuale 6.2 per cento). Questi finanziamenti Ue saranno scaglionati negli anni, così come crescerà gradualmente il numero di assistiti.
I fondi del Pnrr copriranno quindi il 52 per cento dei costi mentre lo Stato metterà a disposizione circa 500 milioni annui aggiuntivi tramite il fondo sanitario nazionale.
L’indennità di accompagnamento
Se non affrontati con una visione a lungo termine, i nuovi investimenti riprodurrebbero su scala maggiore i problemi odierni. Vi sono infatti alcuni limiti e fattori da tenere in considerazione tra cui il fatto che l’indennità di accompagnamento sia uguale per tutti senza tenere conto delle necessità dell’anziano. Si misurano infatti i bisogni in ore quotidiane di assistenza necessaria (come avviene in altri Paesi, ad esempio la Germania).
Necessario un patto di coalizione sociale
È legittimo, inoltre, domandarsi cosa avverrà dopo il 2026 ultimo anno per cui varranno i fondi del Pnrr. Entra qui in gioco il “Patto per la non autosufficienza”, una coalizione sociale costituita da associazioni di anziani e delle loro famiglie che ha consentito di vincolare 2.7 miliardi del Pnrr per la realizzazione della riforma presentando inoltre un documento per l’introduzione di un “Sistema nazionale assistenza anziani”.
Per quanto riguarda l’impegno profuso dal Governo, allo stato attuale, si trova l’Istituzione di tre commissioni diverse (una indicata dal Ministero della Salute, una da quello del Lavoro e una dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri) ma ancora nessun risultato concreto.
Emanuele Boi