Tumore e pandemia, i numeri, i problemi, le esigenze e le aspettative
Oltre mille casi al giorno. Che in un anno fanno 377mila. Sono gli italiani che ricevono la diagnosi di tumore. Seppure i numeri siano in crescita (specie tra le donne), la mortalità risulta in calo mentre è in aumento il numero di chi in Italia convive con la malattia o guarisce. A oggi sono 3,6 milioni in tutto, pari al 6 per cento della popolazione italiana (un italiano su 17, con un incremento del 37 per cento rispetto a 10 anni fa) e almeno un paziente su quattro, quasi un milione di persone, è tornato ad avere la stessa aspettativa di vita della popolazione generale e può considerarsi guarito. La pandemia Covid ha però creato più di un problema e si aspetta ora il nuovo Piano Straordinario di recupero per l’Oncologia post- pandemica.
Le leve strategiche richieste
Il 14esimo Rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato nell’ambito Giornata Nazionale del Malato Oncologico contiene 10 Leve strategiche, 40 azioni concrete e proposte pratiche per sostenere i progetti a livello economico. Che fare? Nel rapporto si chiede di impiegare i fondi per il Piano Europeo di Lotta contro il Cancro (4 miliardi di euro), il Piano operativo nazionale per la sanità del Mezzogiorno (625 milioni di euro), i finanziamenti previsti dalla Missione 6 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (15,63 miliardi di euro) così come gli stanziamenti destinati al recupero delle liste di attesa (circa 1 miliardo).
Le soluzioni prospettate nel Rapporto sono frutto di un modello di valutazione sviluppato da All.Can Italia con il contributo tecnico di IQVIA e con il coordinamento di Favo.
Che fare
Il Piano straordinario di recupero per l’Oncologia post-pandemia deve partire urgentemente dalla programmazione di azioni concrete così da migliorare i percorsi ospedale-territorio e ridurre le liste di attesa. Per riuscire in questo occorre supportare le regioni nella concreta attuazione delle Reti Oncologiche Regionali. In particolare, andranno valorizzati i nuovi setting assistenziali previsti dal Pnrr e, a tal fine, sarà necessario riorganizzare il percorso del paziente oncologico e oncoematologico definendo nuovi modelli organizzativi e aumentare gli organici. È prioritario investire sugli screening oncologici, riqualificare le cure intermedie e l’assistenza domiciliare integrata aumentando l’accesso all’innovazione scientifica. E riguardo il Nuovo Piano Oncologico Nazionale è necessario valorizzare da un lato la medicina di prossimità dall’altro il ruolo degli Irccs così come dei centri di eccellenza.
La prevenzione
La prevenzione continua a essere necessaria e utile perché è la solaa permettere una vera e propria promozione della salute. Questo deve avvenire attraverso l’equità di accesso a diagnosi e trattamento con alti standard di qualità così da consentire una maggiore e migliore qualità della vita dei pazienti oncologici. Necessario oggi utilizzare al meglio le risorse del Fondo Sanitario Nazionale e del Pnrr e definire le risorse da assegnare in particolare alla riorganizzazione delle reti oncologiche. I ritardi che oggi si registrano negli screening, nelle diagnosi, nei nuovi trattamenti e negli interventi chirurgici hanno conseguenze pesanti per milioni di pazienti e rendono non più procrastinabile l’adozione di un Piano straordinario per il recupero dell’Oncologia post-pandemia così da consentire di porre in essere azioni concrete per fronteggiare questa emergenza.
Effetti del Covid
Negli ultimi due anni le associazioni di pazienti, unite agli oncologi, hanno più volte dato l’allarme visto come le persone con tumore così come la popolazione a rischio stanno vivendo un’emergenza nell’emergenza. Tutto questo a causa degli effetti indiretti procurati dal Covid alla prevenzione e assistenza.
Nel febbraio 2022 l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) ha dichiarato che “in assenza di un’adeguata programmazione che preveda l’assegnazione di risorse e personale dedicato, le oncologie del nostro Paese non saranno in grado di affrontare l’ondata di casi di cancro in fase avanzata stimata nei prossimi mesi e anni”. Un grido d’allarme che non può venir lasciato inascoltato perché entro il 2035 si stima come il numero di vite perse a causa delle patologie oncologiche aumenterà di oltre il 24 per cento facendo così del cancro la prima causa di morte nell’Unione Europea.