Voto e disabilità intellettiva: è giusto accompagnare l’elettore in cabina?
Non tutti i cittadini sono messi in condizione di esercitare il proprio diritto di voto. A denunciarlo è l’Anfass, Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale. Il Ministero dell’Interno prevede infatti come all’interno della cabina elettorale possono essere accompagnati solo gli elettori con impossibilità fisica o visiva.
Disabilità intellettiva
L’articolo 12 della Convenzione Onu prevede l’accompagnamento in cabina anche delle persone con disabilità intellettiva. E questo al fine di supportarle materialmente.
La stessa Anffas chiede ora di definire una disciplina chiara e puntuale capace di garantire l’esercizio di voto supportato da parte delle persone con disabilità intellettive. Una richiesta tuttora inevasa.
Eppure la politica deve trovare una soluzione promuovendo così la piena inclusione sociale e la partecipazione alla cittadinanza attiva di tutte le persone con disabilità in condizione di pari opportunità con gli altri cittadini. Anche attraverso la predisposizione di strumenti e supporti adeguati e personalizzati in base alle esigenze del singolo individuo.
La posizione del Ministero dell’Interno
Quali dunque i cittadini che hanno diritto di essere accompagnati nella cabina per esercitare il diritto di voto? La risposta si trova nella sezione dedicata alle domande frequenti pubblicata nel sito del Ministero dell’Interno: «possono essere accompagnati all’interno della cabina elettorale solo gli elettori diversamente abili che siano fisicamente impediti nell’espressione autonoma del voto e cioè i non vedenti […] e gli affetti da paralisi o da altro impedimento fisico di analoga gravità […]».
Per quanto riguarda, invece, le disabilità di natura psichica si specifica come «l’ammissione al voto assistito non è consentita per infermità che non influiscono sulle capacità visiva oppure sul movimento degli arti superiori, ivi comprese le infermità che riguardano esclusivamente la sfera psichica dell’elettore. Le disabilità di natura psichica hanno infatti rilevanza ai fini del diritto al voto assistito solo quando la patologia comporti una menomazione fisica che incida sulla capacità di esercitare materialmente il diritto di voto».
Emanuele Boi