La storia di Mirco Loretoni: «rimasto cieco dopo un infortunio, faccio il testimonial per la sicurezza»
A 26 anni ha perso la vista in un incidente sul lavoro. Oggi, che di anni ne ha 37, si prodiga nei corsi di formazione per la sicurezza sul lavoro. Quando parla davanti alla platea di lavoratori, tutti lo ascoltano in silenzio. «Sento la loro attenzione» racconta Mirco che sente il suo compito come una missione. «Non è come i corsi sulla sicurezza che facevo io quando ero un lavoratore» sottolinea ancora Mirco Loretoni, «perché gli operai mi ascoltano, vedono quali possono essere le conseguenze del mancato rispetto delle norme di sicurezza». Lui che, comunque, le attenzioni le aveva pure poste. Lui che non vede più il mondo dal 26 aprile del 2012.
La storia
Tutto è cambiato quando a Castelsantangelo sul Nera, un piccolo Comune marchigiano, si trovava impegnato con un suo collega a riparare un guasto sulla rete idrica comunale. Lui, però era anche autista dello scuolabus e a un certo punto dell’intervento avvisa l’amico che avrebbe dovuto accompagnare gli alunni a casa dalla scuola. Succede quando un piccolo Comune deve fare i conti con l’organico ridotto all’osso. Nella strada verso lo scuolabus, però, c’è un tombino e il collega gli chiede di fare un intervento prima di andar via perché così avrebbe potuto continuare a lavorare in sicurezza. Non c’era nessuna ordinanza di chiusura della strada e così Mirco, su invito del collega, pone dei cartelli stradali davanti al tombino per segnalare i lavori in corso. Mirco arriva davanti al tombino, piazza i cartelli, toglie il coperchio e si introduce all’interno del tombino. «Avevo fuori soltanto il viso quando è arrivata quella macchina…». L’uomo alla guida non vede la segnaletica e tira dritto. «Passa sul coperchio appoggiato accanto a me e me lo sbatte in faccia…».
La vita cambia
Le conseguenze? Tutte le ossa della faccia fratturate: setto nasale, mandibola superiore staccata, gli occhi… Tre giorni tra la vita e la morte, ore di interventi chirurgici, venti giorni in rianimazione e poi la sentenza definitiva: lesione del nervo ottico in entrambi gli occhi. Quelli successivi sono mesi duri davanti a una prospettiva di vita radicalmente cambiata. Ritrova lavoro come centralinista si rifà una vita e mette su famiglia. E diventa un professionista per la sicurezza dopo aver studiato alla scuola speciale dell’Associazione nazionale dei mutilati e invalidi del lavoro. Diventa testimonial formatore e si reca nelle scuole e nelle aziende a raccontare la sua esperienza insegnando che la sicurezza «è un investimento, non un costo».