“Salutequalità”, report sullo stato di salute del Servizio Sanitario Nazionale
Sul sito del ministero della Salute è stata pubblicata la Relazione sullo stato sanitario del Paese relativa agli anni 2017-2021. Il report, come specificato nelle premesse, intende rappresentare «una componente essenziale per la pianificazione e la programmazione del Servizio Sanitario Nazionale […]».
Tra le questioni affrontate vi è quella della rinuncia alle cure, gli accessi al pronto soccorso e l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Sono tutte tematiche affrontate dai report di Salutequalità, associazione per la valutazione delle politiche per la salute.
Speranza di vita
Nel 2020 l’eccesso di mortalità, provocato dalla pandemia legata al Covid-19 ha comportato a livello nazionale la perdita di 1,3 anni di vita attesa alla nascita per gli uomini e di 0,9 per le donne. Il 2021 ha registrato un dato migliore se pur con delle differenze tra Nord, Centro e Mezzogiorno.
Al Nord, infatti, è stato registrato un recuperato di 1,1 anni per gli uomini e 0,8 per le donne. In controtendenza i dati del Mezzogiorno dove si perdono complessivamente 1,3 anni per gli uomini e 0,9 per le donne e al Centro dove si registra un calo minore rispetto quello del 2020.
Accessi al pronto soccorso
Il dato relativo gli accessi al pronto soccorso nel 2020 è stato fortemente caratterizzato dall’emergenza pandemica. Se nel 2019 si registrava un volume di accessi pari a circa 21 milioni e 118 mila, nel 2020 si è rivelata una riduzione di circa il 38 per cento. Questo dato è caratterizzato dalla diminuzione dell’86 per cento di codici triage bianchi e verdi, cioè quelli meno gravi.
Nello specifico, il dato della Sardegna parla di 188mila 493 accessi nel 2020 contro i 456 mila 996 accessi del 2019.
Rinuncia alle cure
Cresce il tasso di rinuncia alle cure. Se nel 2019 il tasso standard di rinuncia alle prestazioni sanitarie registrava un valore di 6, nel 2020 il tasso standard è calato al 4,70.
Nell’intervanno di anni 2017-2019 per quanto riguarda le isole, si è registrata una percentuale di rinuncia maggiore per motivi economici rispetto a quella legate all’offerta assistenziale (ad esempio liste d’attesa, lontananza).
Da tenere in considerazione anche il dato relativo alle rinunce per motivazione e condizione professionale: nel 2019 le percentuali più elevate di rinunce sono state quelle di individui in cerca di nuova occupazione e casalinghe o persone inabili al lavoro.
Piano Nazionale della Cronicità e Aderenza alle terapie
Altro dato rilevante è quello relativo alle patologie croniche. La categoria terapeutica in cui si riscontra un’alta percentuale di soggetti alto-aderenti (copertura al trattamento pari o superiore all’80 per cento del periodo osservato) è quella rappresentata dai farmaci per l’osteoporosi (67,7 per cento) seguita dai farmaci per l’ipertrofia prostatica benigna (62,8 per cento) e i farmaci antiaggreganti (59,7 per cento).
Tra le categorie che registrano percentuali più alte di soggetti basso-aderenti (copertura al trattamento inferiore al 40 per cento del periodo osservato) sono rappresentate dai farmaci per i disturbi delle vie respiratorie (42,2 per cento) e i farmaci antidiabetici (28,9 per cento).
Per quanto riguarda il Piano Nazionale della Cronicità, ovvero il piano che intende tutelare le persone affette da malattie croniche, migliorandone la qualità della vita, c’è ancora molto da fare. Pur essendo stato condiviso da tutte le regioni, infatti, sono poche quelle che hanno iniziato a renderlo operativo.
Emanuele Boi