Lo smart working semplificato prosegue fino al 31 dicembre per le persone con disabilità
Smart working semplificato? Certamente, ma cosa si intende con questo termine tratto dal vocabolario inglese? Si tratta di tutto quell’insieme di norme mirate ad agevolare il ricorso al lavoro agile, senza cioè l’obbligo di un accordo individuale tra azienda e lavoratore dipendente.
Nel nostro Paese il lavoro agile è diventato parte integrante della vita lavorativa delle persone in seguito all’emergenza sanitaria legata al Covid-19 e le conseguenti restrizioni.
Tuttavia, già dal 2017, con la legge 81/2017 viene definito lavoro agile quella «modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa». Semplificando, si può dire come questa modalità di lavoro consente alle persone di decidere in autonomia dove, quando e in che modo lavorare.
La legge 104 applicata allo smart working
La stessa legge 104 delinea le misure a tutela delle persone con disabilità e dei familiari che ne prestano assistenza. Tra queste rientrano una serie di permessi, detrazioni e agevolazioni fiscali.
In particolar modo sono previsti, per i familiari che prestano assistenza, tre giorni di permesso al mese retribuiti.
Con il lavoro agile sono emersi dei dubbi circa la compatibilità tra questa modalità di lavoro e i permessi previsti dalla legge 104 visto come, per definizione lo smart working non è vincolato da orario.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha chiarito con la nota del 26 aprile 2021, come sia possibile fruire dei permessi «[…] ove il lavoratore ritenga, secondo le proprie valutazioni, che le proprie esigenze personali per le quali si fruisce del permesso non siano compatibili con la propria organizzazione in modo agile».
Se il lavoratore rimasto a casa, infatti, adempie in remoto ai propri doveri lavorativi non ha utilizzato ore di permesso.
Emanuele Boi