Bachisio Zolo, una riflessione sul mondo della Scuola
Una riflessione si impone guardando la situazione degli insegnanti di sostegno nelle scuole. Da quando i corsi sono stati affidati alle Università che non li svolgono (o lo fanno in modo parziale), l’area delle minorazioni sensoriali dove si offre la conoscenza degli strumenti della didattica, oggi è di circa 120 ore ed è tenuta da personale senza adeguate competenze. A questa considerazione, gli insegnanti di sostegno nominati sono sprovvisti di titolo nella maggior parte dei casi e anche da questo si possono immaginare le pesanti ricadute sui diretti interessati.
Il percorso formativo delle persone disabili va avanti e questo nonostante nei concorsi pubblici non si faccia riferimento agli insegnanti non vedenti. Se si leggono i dati in modo superficiale, si potrebbe pensare che si tratti di un problema legato ai compensi, ma così non è perché leggendo bene, si scopre come invece che nel ruolo di insegnanti, i ciechi e gli ipovendenti vengono impiegati come centralinisti o altre professioni non consone alla loro laurea. Si tratta di un vulnus che la scuola pubblica deve riuscire a superare anche se è pur vero come esistano equipe medicalizzate che vedono le problematiche dal punto di vista sanitario più che psico- sociale.
Tutte queste considerazioni continuano a restare ancora oggi senza risposte concrete nonostante la scuola formi diplomati e laureati ciechi e ipovedenti che non riescono però a trovare adatta collocazione nel mondo del lavoro. Occorre che tutte le istituzioni investite da queste problematiche si assumano le loro responsabilità. Non si può permettere ancora oggi che l’Università non svolga corsi, che le aree tematiche dedicate alle minorazioni gravi abbiano poche ore e queste siano affidate a persone con scarse competenze perché il rischio è di portare la scuola pubblica a una deriva molto pericolosa, non solo nel settore della disabilità, ma in tutto il settore dell’istruzione.
La scuola si è trasformata da strumento di conoscenza in un “progettificio” che incentiva i docenti che si occupano di progetti il cui impatto economico è però prossimo alla zero. A tutto questo se ci aggiungiamo un livello di retribuzione tra i più bassi in Europa e un sistema di assunzioni e contrattualizzazione sbagliati, si comprendono meglio le conseguenze per l’intero sistema scolastico.
Per questo, tutte le realtà oggi in campo devono unirsi e fungere da stimolo per riuscire a effettuare uno sforzo comune così da uscire da questa impasse e risolvere le varie problematiche legate alle diverse categorie di disabili. E questo considerando e tenendo in debito conto la nuova tecnologia che oggi aiuta sempre più a fare passi da gigante e risulta indispensabile. Su questo aspetto è necessario un lavoro di monitoraggio costante, così da garantire una sempre maggiore produzione di tecnologie inclusive che si rivolgano realmente agli interessi e necessità delle persone disabili e non solo alle esigenze del mercato.
Bachisio Zolo