Ecco cosa cambia nel 2023 in attesa di una riforma complessiva del sistema previdenziale.
Quota 103
Si tratta di un’opportunità previdenziale temporanea in attesa della riforma. Per usufruirne sarà necessario avere almeno 62 anni di età e 41 di contributi.Per chi desidera invece continuare a lavorare oltre questa soglia è previsto un rifinanziamento che prevede una decontribuzione pari al 10 per cento.
Per quanto riguarda le finestre mobili (il periodo che intercorre tra la maturazione dei requisiti per il pensionamento e il decorrere del ratio previdenziale) sono state fissate in un periodo di tre mesi nel caso del lavoro privato e di sei per quello pubblico (sette mesi per chi ha raggiunto i requisiti a dicembre).
Opzione donna
Pensata per donne con disabilità, care giver, licenziate o in situazioni di lavoro usurante, prevede di poter andare in pensione a 58 anni se si hanno due o più figli, a 59 se si ha un figlio e a 60 negli altri casi con 35 anni di contributi.
Incentivi
Confermato per un altro anno l’Ape sociale, l’indennità prevista per chi ha almeno 63 anni ed è in una situazione di difficoltà.
Incentivi anche per le aziende che assumono under 36 e importi più alti rispetto al 2022 per chi va in pensione quest’anno.