Disturbi dall’acufene, una nuova frontiera si apre in Nuova Zelanda
L’impiego dello smartphone per alleviare i disturbi dall’acufene. In Nuova Zelanda, all’Università di Auckland, un gruppo di esperti ha condotto una sperimentazione con risultati incoraggianti.
Grazie infatti agli smartphone, si induce il cervello a ignorare il suono provocato dall’acufene. «è come se la terapia riconfigurasse il cervello togliendo enfasi al suono dell’acufene» spiegano i ricercatori, «e in questo modo viene ricondotto a un rumore di fondo che non ha rilevanza o significato per l’ascoltatore».
La terapia
In cosa consiste la terapia? Si impiegano insieme l’applicazione UpSilent, delle cuffie bluetooth a conduzione ossea per trasmettere il suono mediante le ossa del cranio e si utilizza un cuscino per il collo con altoparlanti incorporati. A tutto questo si aggiunge una dashboard, ovvero un pannello in cui vengono raccolti dati e da cui i medici hanno personalizzato l’applicazione per i partecipanti allo studio.
Quanti hanno preso parte allo studio sono stati sottoposti a modalità di ascolto attiva e passiva.
Nella fase passiva sono state ascoltate tracce audio da una libreria di suoni selezionata in base a preferenze e obiettivi di miglioramento. Hanno interagito con suoni “di sollievo”, quelli cioè che hanno mascherato l’acufene, con suoni “di rilassamento”, capaci di generare effetti emotivi positivi e infine con suoni “di riqualificazione”, quelli cioè su cui concentrare l’attenzione distogliendola dall’acufene.
Nella fase di ascolto attivo, invece, i partecipanti sono stati sottoposti a suoni simili all’acufene con la possibilità però di manipolarli, spostando l’attenzione da e verso quei suoni.
Secondo il team di ricercatori, «il 65 per cento dei partecipanti, in sole 12 settimane ha riportato un miglioramento nella qualità della vita».
Cos’è l’acufene
L’acufene è un disturbo a carico dell’orecchio che si manifesta con una percezione sonora per lo più a tonalità acuta simile a un fischio o un ronzio pur in assenza di rumori esterni. A soffrirne è la popolazione adulta, tra il 15 e il 20 per cento, specie quella anziana. Per il 5 per cento, inoltre, questo disturbo diventa costante risultando invalidante arrivando a compromettere il sonno o lo svolgimento di attività quotidiane.
Anche numerosi musicisti che soffrono di questo disturbo (per esempio l’acufene è il motivo per cui Caparezza, lo scorso giugno, ha annunciato di dover interrompere i concerti) tra le cause scatenanti, infatti, c’è l’esposizione prolungata a suoni forti. Ma vi sono anche altre motivazioni, come disturbi neurologici, alcune patologie o l’assunzione di alcuni farmaci.
Emanuele Boi