Attenzione alle multe, la pensione si può pignorare
La legge stabilisce che il debitore risponde ai creditori con tutto il patrimonio presente e futuro, cioè con tutti quei beni mobili e immobili che possiede e che possiederà.
Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (ex Equitalia) può rifarsi anche sulle pensioni dei contribuenti in caso di mancato pagamento di una multa.
Il pignoramento
In generale, il mancato saldo di un debito con il Fisco comporta l’esproprio dei beni del debitore, siano essi case, auto, terreni, conti in banca etc. I beni confiscati saranno poi messi all’asta e il creditore (in questo caso il Fisco) potrà così rifarsi dell’importo spettante.
L’Agenzia delle Entrate – Riscossione agisce per conto dello Stato, dei Comuni, dell’Inps etc. per pignorare i beni del debitore, metterli all’asta e incassare le somme equivalenti al credito.
Nel caso specifico delle multe, se dopo la prima ingiunzione di pagamento non vengono saldate, esse si trasformano in cartelle che vengono poi notificate, appunto, dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Nel caso non si paghino nemmeno le cartelle, l’Agenzia procederà con il pignoramento dei beni, compresa la pensione.
Ricordiamo che dopo la notifica ci sono 60 giorni di tempo per pagare le cartelle o richiedere la rateizzazione dell’importo.
Se trascorso questo tempo il debito non viene estinto, l’Agenzia procederà all’espropriazione.
I limiti per il pignoramento della pensione
La pensione può essere pignorata stando entro certi limiti. Ovvero, esiste un importo impignorabile che ammonta a circa 700 euro. Il restante importo è pignorabile entro 1/5 per i crediti di privati e per i tributi statali e comunali. Nel caso vi siano più creditori, invece, è pignorabile al massimo la metà di tale importo. Ad esempio, su una pensione di 1000 euro la parte pignorabile sarà pari a 300 euro. Nel primo caso, quindi, 1/5 equivarrà a 60 euro, nel secondo (più creditori contemporaneamente) a 150 euro, ovvero la metà.
Roberta Gatto