Perdasdefogu, al via il progetto “Perdas” firmato Ierfop, Comunità mondiale della Longevità e Università di Cagliari
Si chiama “Perdas”, abbreviazione di Perdasdefogu, ma anche acronimo di People with estreme resources during ageings in Sardinia e attraverso interviste e testimonianze si metterà in luce la salute fisica e mentale dei longevi. «Si valuteranno sul campo» spiega il presidente della Comunità mondiale della Longevità così come dell’ente di formazione professionale di Ierfop Onlus Roberto Pili, «gli stili di vita, l’alimentazione sana, il tempo trascorso in campagna all’aria aperta e ci si soffermerà sugli aspetti psicologici dei longevi di Perdasdefogu». Ai centenari del paesino dell’Ogliastra in provincia di Nuoro, si chiederà di aprire le loro case e raccontarsi a ricercatori ed esperti coordinati da Luca Gaviano, dottorando di ricerca dell’Ateneo di Cagliari.
Per due volte il paese ogliastrino è entrato nel Guinness dei primati con altrettanti record ancora imbattuti: paese con la più alta concentrazione al mondo di centenari e famiglia più longeva del pianeta. Due dati che hanno indotto così la necessità di condurre studi più approfonditi promossi dalla CMdL, da Ierfop, dall’Istituto di Psicologia Clinica dell’Università di Cagliari con la collaborazione del Comune di Perdasde fogu con in testa il sindaco Bruno Chillotti.
Qualche numero per capire meglio perché la Comunità Mondiale della Longevità, Ierfop e l’Università di Cagliari abbiano investito in uno studio e in un progetto che avrà la durata di due anni. Intanto, gli otto over 100 anni a Perdasdefogu su un totale di 1740 abitanti (9, se si conta una donna che vive a Milano). In pratica, uno ogni 250 abitanti a cui si aggiungono 40 over 90enni.
«Attraverso interviste e testimonianze» spiega Roberto Pili, «sarà messa in luce la salute fisica e mentale dei longevi e si valuteranno, oltre agli stili di vita, l’alimentazione sana, il tempo trascorso in campagna all’aria aperta soffermandosi soprattutto sugli aspetti psicologici».
«Lo studio si avvale infatti degli aspetti di psicologia clinica dell’invecchiamento attivo» sottolinea Donatella Petretto, professore associato di Psicologia clinica all’Università di Cagliari, «e questo è un aspetto molto importante perché consente di contemperare obiettivi di ricerca e di divulgazione grazie al supporto del territorio e alla sensibilità della popolazione coinvolta».