“Il figlio di Tarzan”, docufilm sulle città inaccessibili
Dal 21 gennaio è disponibile su Raiplay il docufilm “Il figlio di Tarzan”. Scritto e diretto da Mariagrazia Moncada con Giovanni Cupidi e Simona Cocozza e prodotto da Salvo Picarra e Valentino Picone. Nel docufilm, Giovanni Cupidi racconta la sua quotidianità nella città di Misilmeri (Comune in provincia di Palermo) inaccessibile come la maggior parte delle città italiane.
Giovanni Cupidi, chi è
Giovanni Cupidi, 44 anni, vive a Misilmeri, un paese alle porte di Palermo. Dall’età di 13 anni è affetto da una grave tetraplegia spinale procurata da un’ischemia all’arteria midollare.
Si laurea in Scienze statistiche ed economiche conseguendo successivamente un dottorato di ricerca in Statistica applicata presso l’Università di Studi di Palermo.
Nonostante la laurea e la specializzazione in materie statistiche ed economiche, decide di ampliare le proprie competenze sugli aspetti informatici, le tematiche della salute, della disabilità e al superamento delle barriere fisiche e mentali che incontra.
«Tutto ciò mi ha spinto anche a voler condividere con altri le idee, i progetti e le possibili soluzioni per risolvere davvero i problemi o ostacoli che una persona con disabilità può, o meglio, incontra durante il suo percorso di vita». Decide quindi di gestire un blog: «il modo più utile e veloce». Nel 2018 scrive il libro “Noi siamo immortali”.
Il docufilm “Il figlio di Tarzan”
Il docufilm di cui Giovanni è protagonista e coautore è stato presentato nell’ottobre 2021 e presentato, nel dicembre 2021, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Il titolo è legato a un ricordo d’infanzia di Giovanni. Il padre infatti usava raccontargli fantomatiche avventure del figlio di Tarzan. Da qui la riflessione: «se le città fossero veramente giungle, non ci si sposterebbe anche meglio grazie alle loro liane piuttosto che incontrare impedimenti di ogni tipo?».
Nel documentario emergono tutte le problematiche che ancora oggi è necessario risolvere e soddisfare per riconoscere alle persone con disabilità pari diritti e pari dignità, dall’assistenza domiciliare, al lavoro passando per la mobilità.
Spiega Cupidi: «Il docufilm si rivolge non solo alle istituzioni tra le prime chiamate in causa, ma anche a tutta la società civile, che deve essere pronta a stare vicino alle persone che vivono una disabilità in modo da non lasciarle sole e non far sentire loro quel senso di abbandono che invece le istituzioni fanno sentire. In definitiva, “Il figlio di Tarzan” parla degli invisibili, di quelli che sono nascosti alla società e che attraverso il non riconoscimento dei diritti non riescono a emergere o a essere visti come risorse per la società stessa».
Emanuele Boi