Stadi accessibili? Non sempre: anzi, quasi mai
Sono circa 32 milioni gli italiani che si dichiarano interessati al calcio e grazie anche ai social network è semplicissimo imbattersi in storie dove calcio e vita quotidiana si incontrano. E spesso queste storie, in bene o in male, hanno a che fare con la disabilità.
La battaglia di Antonio Medici
Quella di Antonio Medici e di quanti come lui possono camminare solo con l’ausilio delle stampelle è una storia di discriminazione. Giornalista e commercialista di 54 anni ha preparato un piccolo dossier sull’inaccessibilità degli stadi italiani.
A causa della legge sulla sicurezza degli stadi e i conseguenti regolamenti degli impianti, c’è il divieto di «introdurre, senza il preventivo assenso degli stewards addetti al filtraggio cinture con fibbie metalliche di rilevanti dimensioni, ombrelli, stampelle e altri accessori o ausili; […]» e questo, «in presenza di elementi che facciano fondatamente ritenere possibile la destinazione a usi impropri di tali oggetti e strumenti potranno denegare l’assenso».
I respingimenti allo stadio
Queste le parole di Antonio nel raccontare il primo respingimento: «si giocava la partita Napoli- Arsenal nell’aprile 2019. Ero con mia figlia, mi respinsero e la presi molto male. Poiché c’erano degli avvocati lì in fila, questi convinsero gli addetti alla sicurezza a farmi entrare purché mi togliessi le stampelle. Così mi sedetti, ma senza potermi muovere per tutto il tempo della partita».
Fu una sorpresa in negativo anche perché «sono abituato a fare tutto e ad andare dappertutto. Anziché discriminare le persone che hanno bisogno di questi ausili, dovrebbero aiutarle. A Barcellona ero con mia figlia a vedere una partita e ci vennero a prendere per accompagnarci in un posto più comodo».
La situazione negli stadi italiani
Anche allo stadio San Siro, nel 2022 in occasione di Inter-Sampdoria, Antonio fu costretto a separarsi dalle figlie per sedersi (senza stampelle) nel settore disabili.
«Da allora non vado più allo stadio» racconta, «visto come avevo speso tanti soldi per essere a Milano e condividere questa esperienza con loro, ma fu una delusione enorme».
Per Antonio Medici gli stadi devono essere luoghi di spettacolo e accoglienza. «Per questo ho fatto un reportage di tutti i regolamenti delle società calcistiche chiedendo loro la possibilità di entrare». Al riguardo, però sono arrivate pochissime risposte.
Gli stadi dove le stampelle non sono accette
Inter, Lazio, Lecce, Milan, Napoli e Salernitana sono le società dove nei regolamenti d’uso degli impianti assimilano espressamente le stampelle a mazze da baseball, bastoni e altri oggetti capaci di offendere disponendone così il divieto di introduzione nell’impianto.
Nel caso di Milan e Inter, tuttavia, la valutazione spetta agli steward che, racconta Antonio, «lavorando sottopagati e in continua tensione, non valutano e di conseguenza impediscono l’accesso allo stadio».
Emanuele Boi