Marburgo, la città a misura di non vedente
Marburgo si trova nella Germania centrale, a 129 km est da Colonia e conta circa 80mila abitanti, molti dei quali ciechi e non vedenti. Ne avevamo parlato già in un’altra occasione (vedi link), ma ci piace sottolinearne la sua esistenza. Marburgo, città a dimensione di non vedenti e modello per le città del futuro – Cittadinanza Sociale (cittadinanzasocialenews.it)
La città è famosa per la sua scuola secondaria Carl-Strehl- Schule fondata nel 1916 per favorire la scolarizzazione di giovani che avevano riportato danni alla vista durante il primo conflitto mondiale.
Oggi la scuola conta quasi 300 studenti a cui viene data la possibilità di inserirsi completamente nel tessuto sociale, anche grazie alla possibilità di studiare materie come la chimica, solitamente molto ostica per chi ha una disabilità visiva.
La ricerca costante di nuovi strumenti per l’inclusione scolastica ha dato vita a una vera e propria rivoluzione anche all’interno della città: l’istituto si è infatti dedicato anche allo sviluppo di tecnologie per l’accessibilità che hanno reso Marburgo una “città smart per le persone cieche”.
Le invenzioni dell’istituto
Nel 1919 venne redatto il primo libro di matematica e chimica per persone con disabilità visiva mentre nel ’71 venne installato in città il primo semaforo acustico.
Sempre alla Carl-Strehl- Schule dobbiamo l’invenzione del bastone bianco telescopico e degli screen reader, lettori di schermo.
La città ha inoltre adottato diverse misure per permettere agli studenti di muoversi autonomamente tra le strade: ovunque sono presenti percorsi tattili, barriere protettive, mappe e miniature in braille, pulsanti ai semafori per fornire informazioni audio sul percorso.
L’università di Marburgo ha invece offerto nel 2019 due corsi di chimica “inclusiva”, ovvero strutturati per permetterne la fruizione anche a persone cieche attraverso l’utilizzo di sensori sonori e di materiale didattico accessibile.
Altro aspetto importante è quello sociale: nella città tedesca, infatti, la popolazione è abituata a interagire con ciechi e ipovedenti ed è in grado di fornire il giusto supporto quando è necessario e così di relazionarsi in modo corretto. A Marburgo le persone con disabilità visiva sono perfettamente inserite nel tessuto sociale perché hanno le stesse opportunità delle altre.
Un esempio che dovrebbe essere preso a modello da tutte le città del mondo.
Roberta Gatto