Otto donne che hanno sfidato tutte le barriere e hanno fatto la Storia
L’8 marzo si celebra la Giornata Internazionale delle Donne, la ricorrenza che da più di cent’anni ricorda l’importanza e il valore delle donne nella società.
Benché l’origine di questa giornata non appaia del tutto chiara (quella che la lega all’incendio nella fabbrica di camicie Triangle Shirtwaist Company di New York sembrerebbe una scelta fatta a tavolino per coprire l’origine sovietica della ricorrenza), l’8 marzo è diventato sempre più sinonimo di diritti, uguaglianza e valorizzazione della diversità.
Per questo vogliamo raccontarvi in breve le storie di otto donne straordinarie che hanno saputo fare della loro diversità una forza e si sono distinte per le battaglie portate avanti con coraggio e determinazione.
Proprio come i capolini che compongono il fiore della mimosa, simbolo nazionale di questa giornata, le donne di cui vi parleremo ci ricordano che ogni singolo individuo ha il dovere e il diritto di contribuire a comporre la collettività e che possiamo crescere e prosperare anche nei terreni più impervi.
Buona Giornata della Donna a tutte e tutti.
1 Edith Cowan (1861-1932)
La prima donna a essere eletta al Parlamento australiano era affetta da una grave disabilità alla gamba sinistra che la costrinse a usare un bastone per tutta la vita. Nonostante ciò ha dato un importante contributo alla politica australiana, in particolare nella lotta per i diritti delle donne e dei bambini.
2 Frida Kahlo (1907-1954)
La controversa artista messicana (nota per i suoi autoritratti) ha vissuto con diverse disabilità per gran parte della sua vita. Nata con la spina bifida, a soli 18 anni in seguito a un grave incidente riportò diverse fratture a livello spinale, lombare e pelvico, la rottura dell’anca e delle costole, la lussazione di piede e spalla. Subì 32 operazioni chirurgiche, ma nonostante il dolore e la disabilità, non smise di dipingere e divenne ben presto una delle maggiori esponenti del panorama artistico dell’epoca.
3 Harriet Tubman (1822-1913)
L’abolizionista americana che ha guidato centinaia di schiavi verso la libertà attraverso la Underground Railroad (una serie di cunicoli e luoghi sicuri utilizzati dagli schiavi afroamericani per fuggire verso gli Stati Liberi e in Canada) aveva riportato in giovane età un grave trauma cranico che le causò problemi di salute per tutta la vita, tra cui attacchi epilettici e visione compromessa.
Nata e cresciuta in una famiglia di schiavi, nel 1849 cominciò la fuga verso gli Stati Liberi e negli anni successivi riuscì a liberare non solo la sua famiglia, ma anche diversi gruppi di schiavi senza perderne nemmeno uno. Ebbe un ruolo importante nella Guerra di Secessione americana e negli ultimi anni della sua vita si adoperò per il suffragio femminile.
4 Helen Keller (1880-1968)
L’attivista e scrittrice americana, sorda e cieca fin dall’infanzia, si è distinta in campo letterario e in quello per i diritti delle persone disabili ed è stata una figura di spicco del movimento dei diritti delle donne.
Non sorprende quindi che la sua vita sia stata segnata in positivo dall’incontro con altre donne: in primis Anne Sullivan, insegnante di Helen alla Perkins Institute for the Blind (nel sobborgo irlandese di South Boston) e sua amica per più di mezzo secolo. La stessa Anne Sullivan era affetta da una disabilità visiva.
La seconda donna a ispirare Helen nel suo percorso fu RagnhildKåta, una ragazzina norvegese cieca e sorda, che riuscì a imparare a parlare e spinse la piccola Helen a fare lo stesso.
Dopo aver conseguito una laurea cum laude all’età di 24 anni ed essere stata la prima persona sordo cieca a laurearsi in un college, in seguito diventa un’attivista per i diritti delle donne e delle persone disabili e prende parte attivamente alla politica del suo Paese iscrivendosi al Partito Socialista.
5 Marca Bristo (1953-2019)
L’attivista americana per i diritti dei disabili ha lavorato per promuovere l’inclusione delle persone con disabilità nei processi di pace e nei negoziati internazionali. Bristo, che ha perso l’uso delle gambe a causa di una lesione del midollo spinale ha anche fondato il Centro per l’Indipendenza delle Persone con Disabilità di Chicago e ha svolto un ruolo importante nella creazione della legge americana sui diritti dei disabili del 1990.
6 Malala Yousafzai (nata nel 1997)
È una giovane attivista pakistana sopravvissuta a un tentativo di uccisione da parte dei talebani a causa della sua battaglia in difesa delle donne e dell’istruzione dei bambine e delle bambine in Pakistan portata avanti attraverso un blog aperto per la BBC. Malala, che all’epoca aveva sedici anni ha dovuto sottoporsi a un intervento alla testa in seguito all’attentato ed è stata successivamente minacciata di morte dai talebani, ma ciò non le ha impedito di continuare il suo lavoro per la pace e l’istruzione.
Tra i numerosi premi e riconoscimenti, ha vinto nel 2014 il Nobel per la pace ed è stata la candidata più giovane a ricevere il prestigioso riconoscimento.
È cittadina onoraria canadese, ha ricevuto tre lauree ad honorem e nel 2014 e il suo nome viene dato a un asteroide (l’asteroide 316201 Malala).
7 Margaret Mead (1901-1978)
L’antropologa americana nota per i suoi studi sulle culture non occidentali che hanno influenzato la rivoluzione sessuale ha sostenuto la pace mondiale e i diritti delle donne. Ha dedicato la sua vita a svolgere il suo lavoro come ricercatrice e attivista, ha viaggiato per il mondo, si è sposata tre volte e ha avuto una bambina nonostante i medici le avessero detto che non poteva avere figli.
A lei è attribuita la famosa frase «un femore rotto e poi guarito è il punto in cui inizia la civiltà» volendo significare che aiutare qualcuno in difficoltà è il primo segno di civilizzazione.
8 Tanni Grey-Thompson (nata nel 1969)
Ex atleta paralimpica britannica, ha vinto 11 medaglie d’oro alle Paralimpiadi e detiene ancora numerosi record mondiali. È anche un’importante attivista per i diritti dei disabili e attualmente fa parte della Camera dei lord come Baronessa Grey-Thompson.
Roberta Gatto