Congedi di paternità e dimissioni volontarie nel report di Save the Children Italia
Cresce il tasso di utilizzo dei congedi di paternità. Nel 2021, infatti, sono 155 mila i neo papà che hanno usufruito del congedo di 10 giorni. È quanto emerge da un report di Save the Children Italia.
Cresce anche il numero di dimissioni volontarie. Il 43.9 per cento si dimette per difficoltà a conciliare il lavoro con la cura dei figli, mentre il 66.2 per cento per difficoltà legate all’organizzazione del lavoro in azienda.
I dati nello specifico
Nel 2021, su un totale di 400mila nascite, sono stati richiesti oltre 155mila congedi di paternità. Una tendenza in continua crescita. Se nel 2013 il tasso di utilizzo era pari al 19.23 per cento, nel 2021 si è attestato al 57.6 per cento.
Anche per quanto riguarda le dimissioni volontarie di lavoratori madri e padri si registra un aumento. Su un totale di oltre 52mila convalide il 71.8 per cento si riferisce a donne, ma il numero maschile si attesta al 28.2 per cento (nel 2013 le dimissioni di uomini riguardavano il 2.9 per cento del totale).
Essendo la conciliazione tra lavoro ed esigenze di cura dei figli la motivazione che porta al maggior numero di dimissioni volontarie, Save the Children auspica un rafforzamento di servizi all’infanzia e una organizzazione lavorativa più attenta riguardo l’equilibrio tra vita familiare e lavorativa.
Congedo di paternità
A oggi il congedo di paternità è assicurato ai lavoratori dipendenti e garantisce 10 giorni obbligatori di astensione dal lavoro e uno facoltativo. È fruibile tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto. In questo periodo è assicurata la retribuzione del 100 per cento di cui si fa carico l’Inps.
Si può usufruire del congedo di paternità anche in caso di adozione e affidamento.
Congedo parentale
Il caso di congedo parentale è un periodo di astensione dal lavoro facoltativa di cui si può usufruire nei primi mesi e anni di vita. Può essere richiesto dai genitori per un massimo di 10 mesi. Il padre lavoratore ha diritto a un periodo massimo di 3 mesi, non trasferibili alla madre, a cui può aggiungere altri 3 mesi se non utilizzati dalla madre.
Nel caso di lavoratori iscritti alla Gestione Separata o lavoratori autonomi è possibile usufruire di 3 mesi di congedo parentale con indennità.
Nel caso dei lavoratori autonomi il congedo parentale va utilizzato entro l’anno di vita (o ingresso in famiglia in caso di adozione o affidamento); i lavoratori iscritti alla Gestione Separata, invece, possono utilizzare il congedo parentale entro il dodicesimo anno di vita del figlio.
Roberta Gatto