Crisi idrica, è problema planetario
Mentre i ghiacciai alpini sono ridotti ai minimi termini e il Po è in secca come in piena estate, il lago di Garda è talmente basso da rendere raggiungibili a piedi alcuni isolotti. Sono queste le immagini dell’Italia visibili ora che siamo inprimavera. Una siccità da record che però non è un fenomeno solo italiano ma interessa e affligge l’intero pianeta. In questo quadro tutt’altro che semplice, domani si celebra la Giornata mondiale dell’Acqua.
Il quadro generale
Secondo il servizio di osservazione Copernicus gestito da Esa e Unione Europea, il 2022 era stato il più secco degli ultimi 500 anni. Ora ci sono tutte le premesse per stabilire come il 2023 non sarà sicuramente migliore. Già l’inverno appena concluso è stato il più avaro di precipitazioni da almeno 60 anni.
Sulle Alpi sono immagazzinati infatti 2 miliardi di metri cubi di acqua meno della media, il che comporta un deficit idrico del 60 per cento contro il 57 per cento di un anno fa.
Il Poa Torino ha una portata media di 15 metri al secondo anziché i normali 60 solitamente registrati in questa stagione.
I primi tagli in Europa
In vista dell’estate, quando la richiesta di acqua aumenterà, in alcuni Stati europei sono già scattate le prime forme di risparmio. In Francia, per esempio, dove l’interno è stato il più asciutto dal 1959, alcuni distretti fanno già i conti con tagli all’erogazione idrica come, ad esempio, i Pirenei Orientali o le Bouches du Rhone. Nel Var, 87 municipi hanno già problemi con gli acquedotti.
In Spagna, il governo della Catalogna intende porre un limite al consumo giornaliero di 230 litri per persona. A Barcellona alcune aree verdi non vengono più innaffiate. In Germania la navigazione sul Renoha già subito limitazioni per le imbarcazioni con meno «pescaggio». In Turchia anche i comuni di Ankara, Bursa e Cannakale hanno tagliato i servizi idrici.
In Argentina raccolti sotto del 40 per cento
Anche larghe zone del Sudamerica fanno i conti con una siccità come non si vedeva da almeno 60 anni. Particolarmente colpito il “granaio” dell’Argentina: qui le stime dicono che si rischia di perdere tra il 40 e il 50 per cento dei raccolti di grano e soia. Per l’economia del Paese significherebbe una perdita tra gli 8 e i 10 miliardi di dollari.
Somalia: milioni di persone in fuga
Molte zone del Corno d’Africa stanno affrontando il sesto anno consecutivo quasi senza pioggia. Il segretario dell’Onu Antonio Guterres ha dichiarato come nella sola Somalia, 8,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza immediata: buona parte di loro ha deciso di emigrare dalle zone rurali normalmente abitate per sopravvivere. La siccità del 2022, secondo un report del 2022, era già costata la vita a quasi 43mila persone.