Nina con la sindrome di Down e la maturità negata
Da Bologna arriva una storia di discriminazione. Nina Rosa Sorrentino, studentessa con sindrome di down in un liceo bolognese, non potrà realizzare il desiderio di sostenere l’esame di maturità.
Spiegano i genitori: «abbiamo chiesto agli insegnanti di cambiare il Piano educativo individualizzato, passando dal programma differenziato per gli alunni certificati a quello personalizzato per obiettivi minimi o equipollenti dove si prevede l’ammissione al vero e proprio esame di maturità». Nonostante il parere favorevole della neuropsichiatra infantile del gruppo di lavoro, il liceo non ha assecondato la richiesta sostenendo che per la ragazza sarebbe stato «un obiettivo troppo stressante».
La decisione del ritiro
I genitori hanno quindi deciso di ritirare da scuola la ragazza. «Se non fosse stata ritirata da scuola entro il 15 marzo» spiegano i genitori, «a fine anno avrebbe ricevuto l’attestato di competenze. E così, per cimentarsi nell’esame di maturità avrebbe dovuto ricominciare dalla prima superiore».
Il ritiro permetterà, infatti, alla studentessa di ripetere in quinto anno con la possibilità di conseguire il diploma di scuola secondaria superiore.
Le reazioni
La denuncia della famiglia ha suscitato diverse reazioni. Da una parte la dirigente sostiene come la scuola si sia attenuta alla normativa che chiarisce i criteri di composizione e l’azione dei gruppi di lavoro operativi per l’inclusione e le modalità di redazione dei piani educativi individualizzati; dall’altra l’associazione CoorDown sostiene che alla ragazza «è stata negata una possibilità. Si dovrebbe lavorare di più tutti insieme per un’inclusione vera che deve partire proprio dalla scuola».
Dello stesso avviso anche Paola Frassinetti, sottosegretaria all’Istruzione e al Merito: «portare una studentessa con disabilità a cambiare scuola è un episodio grave. La scuola deve usare tutti gli strumenti a disposizione per permettere ai ragazzi diversamente abili di poter realizzare il proprio percorso scolastico, nonché di poter crescere e formarsi».
Emanuele Boi