“Chiedimi come sto”, una proposta di legge promossa dagli studenti

Garantire un presidio psicologico nelle scuole e nelle università, questa la richiesta dei rappresentanti dell’Unione degli Universitari e della Rete degli studenti medi, sostenitori della proposta di legge “Chiedimi come sto”.

Il nome della proposta di legge è lo stesso dell’indagine promossa lo scorso anno proprio dall’Udu, dalla Rete degli studenti medi con Spi-Cgil finalizzata a tracciare la condizione psicologica delle nuove generazioni in seguito alla pandemia.

La proposta di legge

Il fulcro della proposta è l’istituzione nelle scuole e nelle università servizi di assistenza psicologica, psicoterapeutica e di counseling scolastico non solo per aiutare quanti hanno necessità, ma anche per prevenire fenomeni di disagio. Gli sportelli dovrebbero essere gestiti da team multidisciplinari.

L’indagine

Come detto, la proposta nasce dopo l’indagine “Chiedimi come sto”, realizzata da Udu, Rete degli studenti medi e Spi-Cgil. Il questionario, somministrato tra febbraio e marzo dello scorso anno, è stato diffuso via web attraverso i canali di comunicazione di Udu e Rete degli Studenti medi. In circa un mese di diffusione ha coinvolto circa 30mila studenti, di cui il 67.3 per cento delle scuole medie superiori e il 32.7 per cento universitari.

Per quanto riguarda le caratteristiche anagrafiche come genere prevale la componente femminile (69 per cento), seguita dalla maschile (28.2 per cento) e quella non binaria (2.7 per cento); per le classi di età la fascia tra i 13 e 16 anni (37.6 per cento) prevale su quella tra i 17 e i 19 (34 per cento); infine prevale la componente italiana (96 per cento) con quote contenute di studenti di nazionalità Ue 27 (1.7 per cento) ed extra Ue 27 (2.3 per cento).

Stati d’animo/emozioni e pandemia

Oltre a indagare su identità e valori, le criticità e i punti di forza della didattica a distanza, il report si è focalizzato anche su salute mentale e la visione del futuro.

È stato rilevato come, nel corso dell’emergenza sanitaria, sono aumentate le emozioni che rappresentano un effetto negativo della pandemia sulla salute mentale. Il 68 per cento dei partecipanti all’indagine ha dichiarato un aumento della noia, della demotivazione (66.2 per cento), della solitudine (62.7 per cento) e dell’ansia (59.7 per cento)

Per quanto riguarda le emozioni positive, invece, si è registrata una diminuzione del senso di libertà (61.7 per cento), della voglia di fare (60.3 per cento), della serenità (55.8 per cento) e dell’allegria (55.5 per cento).

Tra le variazioni dei comportamenti più significative, a causa della pandemia, si è registrato un aumento nell’utilizzo dei social network (78.3 per cento) e i cambiamenti del ritmo del sonno (63.9 per cento) e la diminuzione dell’incontro con gli amici online o in presenza (48.1 per cento), la pratica di attività fisica (41.9 per cento) e la cura del proprio aspetto fisico (37.2 per cento).

Supporto psicologico

Per quanto concerne la presenza di servizi di supporto psicologico, il 63.9 per cento si dice consapevole dell’esistenza di tali servizi nella propria scuola o università. La consapevolezza maggiore si registra nelle regioni del Nord e del Centro, mentre cala al Sud e nelle Isole.

Il 35.3 per cento degli intervistati dichiara che ritiene il servizio di supporto psicologico utile e ne vorrebbe usufruire; il 55.7 per cento lo ritiene utile ma al momento non ne vorrebbe usufruire mentre il 3.6 per cento non lo ritiene utile.

Emanuele Boi

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