Ipovedente e scultore: la sfida di Antonino Ruggeri

Lo scultore Antonino Ruggeri ritratto con le sue opere in mostra

«L’arte come strumento di partecipazione creativa nella società delle persone con disabilità visiva», è quanto sostiene Antonino Ruggeri, scultore ipovedente di Assemini classe 1946.

Il suo rapporto con l’arte incomincia nel 1989, con l’impulso di scolpire un pezzo di trachite. Da quel momento Ruggeri si dedica alle creazioni in pietra e in legno.

Tante le opere dello scultore che hanno trovato dimora nelle piazze di Assemini, tra queste “Is prendas de tzia Maria”, diversi monumenti ai caduti, ai donatori di sangue o la maternità. Anche nella stazione ferroviaria di Cagliari si può osservare “Sa roda de sa vida”. Ad arricchire le creazioni di Ruggeri, inoltre, delle poesie in lingua sarda della scrittrice e poetessa Paola Alcioni.

Nonostante la disabilità visiva, Antonino Ruggeri non ha abbandonato la sua passione e collabora per la realizzazione di mostre collettive o personali anche con associazioni di non vedenti e ipovedenti, allestendo delle mostre tattili. Come sostiene lui stesso, «dove non c’è più la vista, arrivano il tatto e il cuore a sostegno della cultura e dell’arte».

Ruggeri sente ancora un sogno da realizzare: una scultura della “panada” (piatto tipico di Assemini) da posizionare all’ingresso del Paese. E sulla scultura, incisa la ricetta in lingua sarda.

Emanuele Boi

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