I media digitali: un pericolo per lo sviluppo cerebrale di bambini e adolescenti?
I media digitali sembrano incidere negativamente sullo sviluppo del cervello di bambini e ragazzi. A sostenerlo è una ricerca intitolata “The Adolescent Brain Cognitive Development Study (Abcd Study) che ha nell’Università di Tulsa, in Oklaoma, uno dei suoi centri più importanti. Il direttore scientifico del Laureate Institute for Brain Research, lo psichiatra Martin Paulus spiega cosa accade nel cervello di un bambino che passa molte ore al giorno di fronte allo schermo di un media digitale. A dimostrarlo è la diagnostica per immagini che aiuta a comprendere il mutamento che avviene nello sviluppo cerebrale. In pratica, si crea una sorta di disallineamento tra le aree adibite alla funzione visiva che si sviluppano oltre il dovuto, e quelle adibite alla formulazione dei giudizi su di sé e sul mondo (la corteccia prefrontale ventromediale) che, invece, hanno uno sviluppo inferiore a quello medio. Si crea quindi uno squilibrio, dal quale, secondo lo psichiatra, deriverebbero nel bambino reazioni di rabbia, di irrequietezza, di depressione.
L’ Abcd Study non è certo la prima ricerca che va in tal senso.Già uno studio, pubblicato nel 2019 su Word Psychiatry e condotto da un gruppo internazionale di scienziati aveva sostenuto una uguale tesi sui danni dei media digitali sui più giovani. Sembra cioè, che gli effetti negativi dell’uso di Internet superino quelli positivi. E già oggi gli educatori stanno iniziando a percepire gli effetti negativi di Internet sull’attenzione dei bambini. Sempre nella ricerca, appare come oltre l’85 per cento degli insegnanti sia pronto a sostenere come le tecnologie digitali odierne stanno creando una generazione che si distrae facilmente.
Una indagine decisamente anteriore (2009) metteva in luce come chi fa un uso ‘pesante’ del multitasking attraverso i media, ottenga paradossalmente risultati peggiori in un test di cambio attività, rispetto a chi ne fa un uso ‘leggero’.
Un testo del neuropsichiatra Manfred Spitzer (Demenza digitale) apparso una decina di anni fa confermerebbe i risultati ottenuti dai ricercatori dell’ Abcd Study.
Attraverso l’utilizzo della diagnostica per immagini (risonanza magnetica e risonanza magnetica funzionale) alcune aree del cervello si sviluppano meno di altre attraverso l’uso dei media digitali ed è ormai possibile mostrare gli effetti neuronali dei processi cognitivi. Al riguardo Spitzer lancia un grido d’allarme: l’uso dei media digitali, soprattutto se precoce, incide negativamente sullo sviluppo cerebrale dei bambini e sulla loro capacità di apprendimento.
Di più: secondo Spitzer, disturbi dell’attenzione, dislessia, isolamento sociale sono direttamente collegabili all’uso dei media digitali.