Giulio, il bambino che ha scritto una lettera in codice «Caa» al Papa
«Caro Papa Francesco, mi chiamo Giulio». Inizia così la lettera che un bambino di 10 anni di Barberino Tavarnelle ha scritto e spedito al Pontefice. Sembra tutto molto semplice, ma la lettera è scritta con disegni al posto delle parole. Si tratta infatti di una lettera speciale, perché il mittente è un ragazzino con difficoltà nell’uso del linguaggio ed è redatta con i simboli della “Comunicazione aumentativa alternativa”: un tipo di scrittura caratterizzato da strategie, strumenti e tecniche in grado di offrire a persone con bisogni comunicativi complessi, la possibilità di comunicare e farsi capire. Proprio l’obiettivo che si era posto Giulio che voleva farsi capire anche senza usare la voce. Arrivando fino al Papa.
Nella tecnica di scrittura impiegata, al posto di “caro” vi è un cuore. Al posto di Papa, vi è la sua figura stilizzata. «Non riesco a parlare ma mi faccio capire con le immagini», spiega Giulio nel suo linguaggio.
La risposta del Papa
La missiva è stata consegnata a mano dalla mamma di Giulio in Vaticano in occasione di un viaggio organizzato dal Comune di Barberino Tavarnelle. Il Comune fa parte del Coordinamento della rete nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani.
La missiva è arrivata a destinazione, giusto nelle mani di Papa Bergoglio. E la risposta non si è fatta attendere. Il pontefice ha risposto facendo recapitare a casa del bambino un messaggio dove si rivolge al piccolo con parole amorevoli e sensibili.
La comunicazione aumentativa alternativa
Giulio e la sua famiglia sono alcuni dei destinatari del progetto promosso e sostenuto dal Comune. Da alcuni mesi infatti, l’ente comunale è impegnato per promuovere l’introduzione della Comunicazione Aumentativa Alternativa nella quotidianità come parte attiva e integrante del tessuto sociale, culturale e commerciale del territorio. Gli uffici comunali, gli spazi pubblici, i negozi e le scuole hanno visto installati cartelli informativi e didascalici dove vengono riportati i contenuti con i simboli della Caa.
Inclusione e interazione
«Stiamo sperimentando un progetto inclusivo e di interazione per chi non può parlare» spiega il sindaco David Baroncelli, «e continuiamo a lavorare perché il paese possa vestirsi di accessibilità con i cartelli inclusivi e i simboli visivi della Caa. Il nostro intento è quello di rendere il territorio sempre più rispettoso dei diritti che devono essere uguali per tutte e tutti e creare un network cittadino dove si introduca la scrittura in simboli in ogni sfera della vita quotidiana».