Esplode la polemica sulle nuove regole per gli Oscar 2024: necessario che i film candidati siano inclusivi
Fa discutere la nuova politica d’inclusione della 96ª edizione degli Academy Awards. Secondo quanto riportato dall’Hollywood Reporter del 14 marzo, infatti, per essere candidate nella categoria “Best Picture” (miglior film) le pellicole dovranno rispettare le nuove regole di inclusione riguardanti la razza, il genere e l’orientamento sessuale dei membri del cast e della troupe. Sul sito dell’Academy si dovrà inoltre rispondere a domande in merito a forme di autismo, dolore cronico e malattie mentali.
Non tutti però sono d’accordo e tra le star di Hollywood si è accesa la polemica.
Inclusione o costrizione?
«Mi fanno letteralmente vomitare» dichiara Richard Dreyfuss, protagonista di pellicole come “Lo squalo” e “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. «Questa è una forma d’arte … se sono un artista, nessuno dovrebbe dirmi che la mia arte debba cedere il passo all’idea più recente e attuale di cosa sia la moralità».
Il noto attore si riferisce al rispetto di alcuni criteri di inclusività, secondo i quali ogni film dovrà soddisfare almeno due dei quattro standard di inclusione richiesti per essere candidato come “best picture”. Ad esempio, uno degli attori principali o secondari dovrà appartenere a un gruppo razziale o etnico sottorappresentato, oppure dovrà incentrarsi, a livello di trama, su un gruppo sottorappresentato (donne, persone Lgbtq e persone con disabilità). In alternativa, potrebbe soddisfare gli standard di accesso offrendo stage retribuiti e avere all’interno della troupe un certo numero di persone appartenenti a gruppi sottorappresentati.
Nonostante l’obiettivo sia lodevole, molte personalità del mondo del cinema si stanno chiedendo se sia giusto mettere dei paletti alla creatività e spingere le assunzioni in una direzione che mette l’inclusività davanti alla meritocrazia.
Talento e diversità
Altro interrogativo è se sia necessario mettere la diversità davanti al talento. Un regista, che ha voluto restare anonimo, ha dichiarato all’Hollywood Reporter: « “Non lo so, forse qualcuno della mia troupe era neurodivergente. Ma non spetta a me chiedere. Hanno fatto il loro lavoro? Grande. E ora come faremo a sapere chi è gay quando è illegale chiederlo?».
Inoltre, «molte delle domande che vengono poste mettono a disagio» dichiara un altro produttore. «Non ho intenzione di scrivere a tutti gli attori e chiedere qual è il loro orientamento sessuale».
Manca ancora un anno alla prossima Notte degli Oscar, ma il dibattito apre già la strada a numerosi interrogativi.
Roberta Gatto