Bonus 2023: le misure di sostegno per i giovani

Nel recente Decreto Lavoro, si prevede una serie di misure di sostegno per i giovani italiani che incontrano difficoltà nell’inserirsi nel mondo del lavoro. Queste nuove disposizioni, entrate in vigore di recente, offrono incentivi significativi per la fascia di popolazione più giovane, mirando a ridurre la percentuale di giovani che non studiano né lavorano, conosciuti come “Neet” (Neither in employment nor in education and training).

Le novità

Una delle principali novità introdotte dal Decreto è un bonus destinato ai datori di lavoro che assumono giovani di età inferiore ai 30 anni, non iscritti a corsi di studio o formazione e non registrati al Programma operazione nazionale (Pon) dell’Unione Europea destinato a combattere la disoccupazione giovanile. Dal 1° giugno al 31 dicembre 2023, i datori di lavoro che rispettano questi requisiti riceveranno un contributo pari al 60 per cento della retribuzione mensile lorda per contratti a tempo indeterminato, somministrazione o apprendistato professionalizzante o di mestiere. È importante notare come questa agevolazione non si applica ai rapporti di lavoro domestico. Il bonus per le assunzioni è finanziato con un fondo di 80 milioni di euro per il 2023 (51,8 milioni per il 2024) ed è cumulabile con altre agevolazioni.

Benefici per i datori di lavoro

Il Decreto Lavoro prevede anche un beneficio per i datori di lavoro che assumono beneficiari dell’Assegno di inclusione, il nuovo strumento di contrasto alla povertà che sostituirà il Reddito di cittadinanza a partire dal 1° gennaio 2024. In questo caso, viene concesso un esonero del 100 per cento dei contributi previdenziali per un massimo di 8mila euro per un periodo di 12 mesi, a eccezione dei premi Inail. Questo incentivo si applica per contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato, sia a tempo pieno che part-time, inclusi i casi di trasformazione da un precedente contratto a termine entro un limite massimo di 24 mesi, nonché per i contratti di apprendistato. Nel caso di assunzioni a termine, il contributo scende al 50 per cento su una soglia annua di 4mila euro, con un periodo pari alla durata del contratto o fino a un massimo di 12 mesi. Nel caso in cui il beneficiario dell’Assegno di inclusione venga licenziato entro i due anni successivi all’assunzione, il datore di lavoro sarà tenuto a restituire l’incentivo con l’aggiunta di sanzioni civili, a meno che il licenziamento non sia giustificato.

Lavoro autonomo

Il Governo ha inoltre esteso le misure di sostegno ai giovani italiani che intendono intraprendere un’attività autonoma, aprire un’impresa individuale o una società cooperativa. Coloro che sono beneficiari di assegno d’inclusione e decidono di avviare un’attività entro 12 mesi dalla fruizione dell’assegno, avranno diritto a un bonus di pari valore, fino a un massimo di 500 euro mensili per sei mesi.

Il caro-affitti

Il Governo ha deciso di intervenire sul caro-affitti con misure di sostegno per i giovani con redditi bassi. Nel 2022 è stato istituito un bonus affitti per i giovani sotto i 31 anni, che prevede uno sconto sull’imposta lorda di 991,60 euro per i primi quattro anni di contratto di locazione. Oltre questo periodo, la detrazione corrisponderà al 20 per cento del canone di locazione, fino a un massimo di 2mila euro. Il fondo per il 2022 non è ancora stato completamente utilizzato e spetta al Governo Meloni decidere se rifinanziare questa agevolazione nei prossimi mesi.

Per quanto riguarda il settore abitativo, è in vigore da due anni un mutuo agevolato per l’acquisto della prima casa, rivolto ai giovani sotto i 36 anni. Questa misura consente loro di accedere al Fondo di garanzia Consap fino all’80 per cento del valore dell’immobile. Il Decreto Milleproroghe ha esteso la validità di questa misura fino al 30 giugno prossimo. Inoltre, i giovani sotto i 36 anni sono esenti dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale (e dell’Iva nel caso di una nuova abitazione) per l’acquisto della prima casa, stipulando l’atto entro il 31 dicembre 2023.

Incentivi allo studio

Nel campo dell’istruzione, a partire dal 2023, i contributi universitari a sostegno degli studenti saranno aumentati, con un importo medio di 700 euro, grazie anche ai finanziamenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per un totale di 500 milioni di euro. Per l’anno accademico successivo, i limiti massimi Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e Ispe (Indicatore della Situazione Patrimoniale Equivalente) per l’accesso alle borse di studio saranno rispettivamente di 26.306,25 euro e 57.187,53 euro.

Gli studenti fuorisede riceveranno una somma di 6.656,52 euro, con un incremento di 498,78 euro rispetto all’anno precedente, mentre gli studenti pendolari riceveranno una borsa di studio di 3.889,99 euro (+291,48 euro) e gli studenti residenti avranno un importo di 2.682,77 euro (+201,02 euro).

Inoltre, è stata prorogata la disponibilità del fondo “Studio Sì”, con una dotazione di 93 milioni di euro, all’interno del Programma operazione nazionale Ricerca e Innovazione 2014/20

Roberta Gatto

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