Il bagno in mare per un disabile? Un «diritto inalienabile»
Si chiama Seatrac e, per come è stato descritto durante la sua presentazione, si tratta di un sistema «autofunzionante». Cosa significa? Che una persona in sedia a rotelle che vuole fare il bagno al mare può utilizzare la rampa da sola, senza dover chiedere assistenza. Il progetto «Creazione di destinazioni marittime accessibili turistiche integrate» fa parte di un ampio programma intitolato «Competitività, imprenditorialità e innovazione» ed è partito con un budget iniziale di 15 milioni di euro. Oltre alle rampe per l’accesso al mare è prevista la realizzazione anche di altre strutture ausiliarie tra spogliatoi, servizi, passerelle, corridoi, aree d’ombra, parcheggi.
«L’accessibilità è un indicatore della qualità della vita» spiega la sottosegretaria greca per la Politica e lo sviluppo del turismo Olimpia Anastasopoulou, «oltre a essere un elemento centrale di qualsiasi politica del turismo responsabile e sostenibile. In altre parole, il turismo accessibile non giova solo alle persone con disabilità o bisogni speciali, ma a tutti».
Uguale filosofia ha già interessato l’Acropoli di Atene. Il Governo greco ha creato un sito web (www.accessiblebeaches.gr) dove sono contenute tutte le informazioni necessarie per pianificare un viaggio in sedia a rotelle alle spiagge della Grecia. Inclusa una mappa di tutte le spiagge vicine attrezzate con i Seatrac.
Quest’anno in Grecia ci saranno per la precisione 287 spiagge attrezzate (le prime 147 lo hanno già fatto) con rampe «automatiche» così da consentire a persone in sedia a rotelle di entrare in mare in autonomia, senza l’aiuto di nessuno.