Nuovo approccio alla salute: il concetto di “funzionamento umano” come indicatore olistico di benessere
I ricercatori della Swiss Paraplegic Research e dell’Università di Lucerna, in Svizzera, hanno individuato un nuovo concetto che abbraccia la complessità e la multidimensionalità dello stato di salute delle persone: si tratta di un quadro di valutazione innovativo, chiamato “funzionamento umano”. Andando oltre il concetto tradizionale di benessere basato unicamente sull’assenza di malattia, gli scienziati hanno così creato un approccio olistico, valido per tutti.
Un nuovo concetto di benessere
Durante e dopo la pandemia di Covid-19, secondo gli autori della ricerca, si è compreso come la salute «non riguarda solo lo stato del corpo, ma dipende anche dalla capacità di partecipare ad attività che ci interessano» come fare passeggiate, socializzare e lavorare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) aveva già avviato questa rivalutazione del concetto di benessere messo ora in pratica dal team svizzero.
Di cosa si tratta
Il “funzionamento umano” incorpora la dimensione della “salute vissuta”, riflettendo la necessità delle persone di impegnarsi in una serie di attività, come mangiare in modo indipendente, socializzare e lavorare, evidenziando come la salute sia strettamente legata al benessere individuale e alla capacità di perseguire obiettivi personali. Ad esempio, lo stato di salute di una persona con disabilità motoria può essere fortemente condizionato da un ambiente fisico non accessibile; tuttavia, questo fattore può essere modificato, con risultati positivi sul benessere psicofisico dell’individuo.
Nonostante le grandi potenzialità, questo nuovo strumento non è ancora stato implementato nel settore sanitario e nelle politiche pubbliche, rendendone quindi necessaria l’adozione ai fini di un miglioramento significativo della società.
A tale scopo, il team di ricerca ha sviluppato una strategia su più fronti per introdurre una valutazione standardizzata del funzionamento umano nei sistemi sanitari e sociali mirando a riconoscere il funzionamento come terzo principale indicatore di salute, oltre alla morbilità e alla mortalità, per colmare così un’importante lacuna nel modo in cui vengono valutate la salute delle popolazioni e l’efficacia delle politiche e degli interventi.
Roberta Gatto