In Sardegna sono in calo le assunzioni con l’apprendistato
In Sardegna cala ancora l’utilizzo dell’apprendistato nelle imprese. A denunciare il fenomeno è l’indagine dell’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna effettuata sui dati Inps. Nell’isola, nel 2022 si sono contate solo 3,6 nuove assunzioni con l’apprendistato ogni 100 nuovi.
Lo scorso anno solo 2.747 giovani sardi sono entrati nel mondo del lavoro con questo particolare contratto su un totale di 75.858 nuove assunzioni a tempo indeterminato. Un dato che pone la nostra regione all’ultimo posto nazionale, subito dopo il Molise (5,8) e la Basilicata (6,0). In testa, al contrario c’é l’Umbria dove si contano 17,6 nuovi rapporti di apprendistato ogni cento nuovi rapporti attivati per under 30. A seguire il Piemonte con 14,7. Nel 2018 nell’Isola i contrattualizzati furono 6,7 su 100.
Formazione professionale
Per ciò che riguarda la formazione del personale, il 23 per cento delle aziende sarde (9° posizione in Italia) ha provveduto a istruire e aggiornare i propri dipendenti facendoli partecipare a specifici percorsi formativi. La media italiana è del 22,4 per cento. Per ciò che concerne invece i tirocini, il 9 per cento delle realtà isolane ha ospitato una o più persone (media nazionale 12,5 per cento). Insomma, sul totale, il 3,2 per cento dei tirocinanti è dato dall’alternanza scuola-lavoro.
La Regione, per favorire l’inserimento dei nuovi dipendenti nelle aziende attraverso l’apprendistato aveva approvato la legge 12 del 2001 inserendola nella Legge di Stabilità del 2023. In tutto erano stati stanziati 3 milioni di euro (1 per ogni annualità dal 2023 al 2025) ma a oggi non è stato ancora pubblicato l’avviso in favore delle imprese che hanno effettuato assunzioni di apprendisti del 2016. Non proprio una bella realtà per quelle imprese che hanno creduto nella norma e nel sostegno dell’occupazione dei giovani.
Formazione professionale
Nell’Isola, nonostante la cronica mancanza di lavoro, tante attività faticano a trovare figure professionali formate e preparate ovvero cresce sempre di più la necessità di figure professionali qualificate da inserire nelle imprese. Nel 2022 la quota mancante di manodopera specializzata era del 36,6 per cento, nel 2023 la carenza si potrebbe attestare al 42,1 per cento, con una crescita del 5,5 per cento. Cosa significa? Il lavoro ci sarebbe pure, ma i posti rimangono liberi a causa del ridotto numero di candidati con adeguata preparazione professionale.
Cosa manca
Manca di tutto: da chi opera nell’ambito digitale e Ict, come i progettisti di software, gli amministratori di sistema, gli analisti e i tecnici programmatori, passando per gli autisti di camion, gli operai edili specializzati in risparmio e riqualificazione energetica, gli elettricisti, i meccanici, i meccatronici e i riparatori di autoveicoli, gli idraulici, i saldatori, gli assemblatori e cablatori di apparecchiature elettriche senza dimenticare gli estetisti, gli acconciatori e i cuochi.
Le imprese sarde nel 2022 hanno impiegato in media 3,3 mesi per reperire le figure professionali necessarie con i tempi che si sono allungati fino a 4,7 mesi per gli operai altamente specializzati.
Bachisio Zolo