Barriere architettoniche, per la Cassazione c’è il diritto al risarcimento per i condomini con disabilità
La società costruttrice e l’amministratore di condominio vengono considerati responsabili della presenza di barriere architettoniche e della loro mancata rimozione, quindi dovranno risarcire un abitante del condominio con disabilità. Si tratta di una sentenza in grado di aprire la strada a tanti ricorsi simili.
L’antefatto
La notizia viene riportata da Il Sole 24 ore dove racconta della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso del Comune di appartenenza. Nella sentenza era stato condannato sia in primo sia in secondo grado a risarcire per il danno morale ed esistenziale un uomo, con il 100 per cento di invalidità e indennità di accompagnamento. I giudici della Cassazione lo hanno invece ritenuto estraneo di colpe nonostante avesse concesso all’edificio la sanatoria e il permesso di agibilità (annullato in seguito dal Tar). Sempre nella sentenza è stata quindi confermata la responsabilità di amministratore e costruttori. L’uomo si era rivolto ai giudici a causa dei tanti disagi subiti e dovuti al mancato rispetto del proprio diritto a partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, come pure previsto dalla legge.
La sentenza
Secondo la Suprema Corte, non era compito del Comune rimuovere gli ostacoli né l’aver concesso l’agibilità può essere considerata una ragione per impedire all’uomo con disabilità, di esigere il rispetto dei suoi diritti. Al contrario, vie è la responsabilità dei costruttori che non hanno abbattuto a monte le barriere architettoniche così come dell’amministrazione del condominio che non si è adoperata a valle per rimuoverle.
Bachisio Zolo