Assegno di inclusione: ok dal Parlamento

Il più discusso tra i provvedimenti previsti è la previsione di un sussidio che andrà in parte a sostituire il Reddito di cittadinanza: l’Assegno di inclusione (Adi) a partire dal gennaio del 2024.

Per poterlo richiedere bisogna avere un Isee al di sotto dei 9.360 euro (così come come per il reddito di cittadinanza) e il nuovo metodo di calcolo premierà le famiglie numerose a danno dei single. L’importo dell’assegno potrà infatti arrivare a 6mila euro all’anno (500 euro al mese) con un’integrazione fino a 280 euro al mese per l’affitto.

Le quote saranno più alte se nel nucleo familiare ci saranno solo persone over 67 e persone con disabilità gravi. L’Assegno di inclusione durerà 18 mesi e potrà essere rinnovato per altri 12 mesi.

Dalle prime stime sembrerebbe come, di fatto, resterebbero senza alcun sostegno economico ben 800mila persone che versano in condizioni di povertà e fragilità.

La conversione in legge del Dl Lavoro segna di fatto la fine di un’idea di contrasto alla povertà assoluta. I poveri assoluti oggi in Italia sono intorno ai 6 milioni e risultano in aumento le nuove fragilità.

Secondo l’analisi fornita dall’Ufficio parlamentare di bilancio, invece di dare una svolta alle politiche di contrasto alla povertà rendendole finalmente strutturali, la modifica ora introdotta porterebbe alla diminuzione delle risorse di circa 2 miliardi. Il 58 per cento delle famiglie percipienti il Rdc (pari a circa 800mila persone) resteranno quindi senza alcun sostegno economico.

Tutto questo nonostante il passaggio al Senato abbia migliorato il Dl, includendo nell’Assegno di inclusione alcune categorie di vulnerabili rimaste prima escluse. Da qui la prospettiva del tutto reale di allargare la platea delle persone e delle famiglie in difficoltà.

Da un altro lato è apprezzabile l’impegno portato avanti da Governo e Parlamento per incentivare le assunzioni delle persone con disabilità nel Terzo settore e per valorizzare le attività di volontariato all’interno dei percorsi personalizzati di inclusione sociale e lavorativa. Il testo, però, esclude dai benefici le famiglie in forte difficoltà economica che non abbiano a carico un minore, un anziano o una persona con disabilità. E tutto questo, non considerando così altre tipologie di fragilità o i senza fissa dimora.

È poi limitante prevedere come solo gli enti di Terzo settore autorizzati all’intermediazione possano contribuire all’innovativo accompagnamento al lavoro delle persone con disabilità. E così anche per quanto riguarda l’integrazione al reddito per le locazioni si sarebbe auspicato un maggiore sforzo così da tutelare soprattutto le persone con disabilità.

Pandemia e crisi energetica hanno impoverito ulteriormente il nostro Paese, approfondendo le ferite del tessuto sociale e così sarebbe stato auspicabile contrastare povertà e disuguaglianze investendo maggiori risorse in strumenti di sostegno al reddito e, più in generale, nel welfare.

Stando così le cose, non resta che attendere i decreti attuativi per veder chiarite alcune situazioni come, per esempio, la sorte dei care leavers – che a una prima lettura delle norme non hanno risposte.

Resta positivo il fatto come l’Assegno, su certificazione dei servizi sociali, venga destinato agli adulti fragili senza differenziazioni tra famiglie, occupabili e non occupabili.

Da giudicare positivamente anche l’attenzione alle donne vittime di violenza che possono accedere all’Adi senza l’obbligo di un percorso formativo e tenendo conto del proprio Isee sganciato da quello familiare. Così anche la possibilità di utilizzare le risorse del Fondo Povertà per tutte le persone vittime di esclusione e per il rafforzamento del segretariato sociale e della valutazione multidimensionale poiché sì conclude la limitazione dell’azione professionale concentrata sul solo strumento di sostegno al reddito. Non ci saranno più gli assistenti sociali del Rdc ora dell’Adi, ma, come sempre e in ogni altra situazione, gli assistenti sociali impegnati nell’affiancamento e al supporto di ogni tipo di fragilità.

Bachisio Zolo

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