Uomo paralizzato torna a camminare grazie a una tecnica che ripristina il controllo volontario del movimento
Dodici anni fa era rimasto paralizzato a causa di un incidente con la bicicletta Oggi Gert-Jan Oskam, a 40 anni, riesce a camminare di nuovo in modo naturale, sia pure per brevi distanze e con l’aiuto di una stampella. Tutto questo, grazie a una nuova tecnica descritta sulla rivista scientifica Nature. Si tratta di una nuova tecnica avveniristica messa a punto da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna guidati da Grégoire Courtine, pioniere in questo tipo di ricerche .
Il dispositivo crea un “ponte digitale” tra il cervello dell’uomo paralizzato e i nervi sotto la ferita: il cervello “dialoga” direttamente con la parte del midollo spinale che controlla il movimento e questo permette a Oskam di stare in piedi e camminare in modo naturale sia pure per brevi distanze e con l’aiuto di una stampella. In pratica, è il suo pensiero a controllare il movimento così come avveniva prima dell’incidente.
La nuova tecnica è il frutto del lavoro del gruppo di ricercatori del Politecnico di Losanna, lo stesso che l’anno scorso aveva sperimentato un sistema di elettrodi controllabile con un tablet. Da questi venivano inviavi stimoli elettrici ai muscoli in modo programmato. Sistema che lo stesso Oskam aveva sperimentato.
I ricercatori sono ora al lavoro per proseguire la sperimentazione che prevede il coinvolgimento di altre tre persone paralizzate.
Controllare il movimento
Il nuovo dispositivo si basa su lavori precedenti dello stesso gruppo di studio. Rispetto al precedente dispositivo, collegato al tablet, che generava dei movimenti robotici, il nuovo sistema «è completamente diverso» come spiega Courtine, «e Oskam ha il pieno controllo sul parametro di stimolazione: questo significa che può fermarsi, può camminare, può salire le scale».
Il sistema
Il sistema alla base del ponte digitale consiste in 64 elettrodi che registrano i segnali della corteccia motoria utilizzando frequenze che l’Intelligenza artificiale ha permesso di individuare. Quando l’uomo pensa di camminare, gli impianti rilevano l’attività elettrica nella corteccia; i segnali elettrici sono trasmessi al midollo spinale dove sono ricevuti da 16 elettrodi e decodificati in tempo reale. Questo segnale viene trasmesso e decodificato in modalità wireless attraverso un sistema di controllo indossabile, contenuto in uno zaino.
Le novità
«Lo studio conferma i risultati ottenuti negli anni da questo gruppo di ricerca guidato dal professor Courtine per aiutare le persone paralizzate e con lesioni del midollo spinale a camminare di nuovo» commenta Silvestro Micera, professore ordinario di bioingegneria elettronica e informatica alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa. La novità rispetto a precedenti sperimentazioni è che ora si aggiunge la possibilità del controllo volontario del movimento. In pratica, si cerca di ripristinare il movimento col pensiero. Prima, i pazienti utilizzavano un sistema basato su un tablet, quindi c’era un controllo “non volontario” del movimento. Ora, invece, grazie anche ai risultati positivi di ricerche già condotte sugli animali, si è riusciti a ripristinare il controllo volontario del movimento, cioè come quando, prima dell’incidente che lo ha paralizzato, il paziente pensava di camminare e riusciva a farlo. Questa nuova tecnica, oltre a permettere di ripristinare il movimento volontario, fa sì che anche le prestazioni del cammino riescano a migliorare.
In altre parole, non si cammina come dei robot come avveniva con le precedenti tecniche. Ora gli studiosi sono al lavoro per proseguire la sperimentazione coinvolgendo altre persone con lesioni del midollo spinale. Il prossimo passo sarà verificare se un dispositivo simile può ripristinare i movimenti anche delle braccia.