Cuore, con una diagnosi precoce si potrebbero salvare 150mila persone l’anno
Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte nei Paesi occidentali. E l’Italia non fa eccezione. Come rimediare? Secondo le stime della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica (SICGe), sulla base dello studio PREVASC (PREvalenza malattie cardioVASColari) si potrebbero evitare 150mila decessi l’anno se venissero adottati programmi strutturati di screening. Esattamente così come si fa per quelli oncologici riguardo la diagnosi precoce di tre tipi di tumore: cervice uterina, mammella e colon-retto. Questi screening vengono garantiti gratuitamente nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza (Lea). Si tratta infatti delle prestazioni che il Servizio sanitario nazionale deve assicurare a tutti i cittadini, a prescindere dal luogo di residenza.
La diagnosi precoce resta quindi uno strumento fondamentale per tutelare la salute del cuore e contrastare così l’insorgere e il progredire di queste patologie. In questo modo si consente di garantire tempestivamente ai pazienti le cure necessarie e quindi di evitare esiti invalidanti nell’arco di pochi anni o persino la morte.
Nel corso di un incontro alla Camera dei Deputati, medici ed esperti hanno presentato un appello alle istituzioni perché siano garantiti almeno alla popolazione anziana over 65 screening cardiologici «salvavita», come per i tumori.
Lo studio
Lo studio PREVASC, condotto dalla SICGe e mirato a individuare la prevalenza e la gravità di cardiopatie diffuse tra gli anziani (quali fibrillazione atriale, scompenso cardiaco, malattie valvolari) ha coinvolto circa 1200 persone over 65 in dieci “borghi del cuore”, cioè piccoli Comuni con meno di tremila abitanti di diverse regioni italiane. Qui sono stati effettuati visite cardiologiche ed elettrocardiogrammi (Ecg) seguito, in caso di anomalie, da un ecocardiogramma.
I risultati
Ebbene, proprio lo studio evidenzia la presenza di fattori di rischio cardiovascolare prima ignorati dai soggetti che hanno partecipato agli screening. In particolare, su 1.200 persone esaminate, più di 8 su 10 soffrono di ipertensione (ma non lo sapevano), il 19 per cento di diabete, il 56 per cento di dislipidemia quindi ha alterazioni della quantità di grassi nel sangue (trigliceridi e colesterolo). Inoltre, in quasi un anziano su tre sono state riscontrate anomalie della valvola aortica e, nel 34 per cento dei casi, anomalie della valvola mitralica.
La prevenzione
Tutte queste nuove diagnosi con sintomi silenti e fattori di rischio avrebbero generato negli anni successivi patologie cardiache clinicamente rilevanti.
Per una diagnosi tempestiva delle patologie cardiovascolari si può auscultare il cuore con un fonendoscopio e, nel caso si identifichi un sospetto, procedere a successivi esami più semplici come un elettrocardiogramma o più approfonditi, come un ecocardiogramma. Si tratta però di una pratica non inclusa tra i controlli effettuati nella normale routine medica. Nonostante le malattie cardiovascolari siano tra le principali cause di disabilità oltre che prima causa di ricovero e di accesso agli ambulatori.
Il legislatore dovrà quindi considerare gli screening cardiologici dell’anziano come un’opportunità per salvare vite umane e così rendere l’invecchiamento attivo un’effettiva realtà.
Bachisio Zolo