Dal palco si legge un cartello e così scatta l’inclusività
«Fatemi cantare “Ridere” con voi nella lingua dei segni». È bastata questa scritta per realizzare e assistere all’ennesimo esempio di inclusione in un concerto. Stadio San Siro, prima tappa del tour dei Pinguini Tattici Nucleari. Giorgina Lo Nardo, artista interprete della Lingua dei segni, mostra questo cartello e la band bergamasca la invita sul palco. Più di 70mila persone hanno quindi assistito a un fuori programma certamente gradito e all’insegna dell’inclusività.
Le immagini, diventate virali in rete, tengono accesi i riflettori su un importante aspetto di inclusione durante i concerti e le esibizioni di musica dal vivo.
Rendere la musica sempre più inclusiva
Non è la prima volta che a un concerto si parla di lingua dei segni. In rete hanno spopolato le immagini girate durante i concerti dei Coldplay dove grazie a interpreti nella lingua dei segni locale e degli speciali zaini che vibrano a ritmo di musica (i Subpac) permettono ai fans non udenti e ipoudenti di godere del concerto.
Dal 2020 anche il Festival di Sanremo presta attenzione all’inclusività coinvolgendo interpreti che non solo trasmettano il contenuto testuale dei brani in gara, ma anche ritmo e tono di ciascun brano. Vengono quindi in aiuto altri aspetti quali il corpo e le espressioni del viso.
Non sempre è così
Dalla rete però non sempre arrivano storie di inclusione. Nei giorni scorsi su diversi social è stata pubblicata una video denuncia per il trattamento riservato ai disabili in occasione del concerto dei Guns n’ Roses al Circo Massimo. Lo spazio dedicato ai disabili si trovava infatti in una postazione fuori dall’area concerto, con visibilità limitata e scarsa qualità dell’audio.
«I disabili non chiedono il rimborso del biglietto, ma la possibilità di non venire esclusi» afferma Giulia Bartoccioni nella sua video denuncia.
Non esistono normative chiare che regolino la tipologia di agevolazioni riservate ai disabili per la partecipazione ai concerti: per questo motivo tutto dipende dall’organizzatore dell’evento e della location.
È evidente come il percorso da fare per una piena inclusione in occasione di concerti sia ancora lungo, ma l’inaspettato fuori programma a San Siro e l’apprezzamento riscosso al live e in rete lascerebbe ben sperare.
Emanuele Boi