Ipovisione, come sperimentarla attraverso la realtà virtuale
Se vi siete sempre chiesti che differenza c’è tra una persona ipovedente e una persona cieca, questo dispositivo fa per voi. Si tratta di un visore chiamato “Realter” ed è uno strumento innovativo sviluppato nell’ambito del progetto europeo oMERO sulla riabilitazione delle disabilità visive.
L’obiettivo? Simulare in tempo reale diverse forme di disabilità visiva offrendo ai professionisti della riabilitazione e ai caregiver l’opportunità di vedere il mondo attraverso gli occhi delle persone ipovedenti.
Il prototipo
Il visore “Realter” è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Ggallery, Fos Greentech, Ett, Gruppo Sigla e il Dipartimento di informatica, bioingegneria, robotica e ingegneria dei sistemi (Dibris) dell’Università di Genova insieme alla Fondazione David Chiossone. Questo progetto è uno dei risultati principali del programma oMERO, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del Programma Erasmus+, e si pone come obiettivo una maggiore comprensione ed empatia nei confronti dei bisogni delle persone ipovedenti.
Il progetto Omero
L’evento di presentazione e sperimentazione del visore si tiene il 21 luglio in un laboratorio aperto presso il Dipartimento Architettura e Design dell’Università degli Studi di Genova. Nel corso della presentazione, sarà possibile conoscere da vicino il visore “Realter” e così apprezzare il suo potenziale per migliorare l’assistenza e la formazione dei professionisti che si occupano di riabilitazione visiva.
Oltre alla realizzazione di questo dispositivo, il progetto oMERO ha portato ad altri risultati significativi, tra cui la definizione di un profilo professionale specializzato per le figure coinvolte nella riabilitazione delle persone con disabilità visiva. Tutto questo identificando 17 attività chiave insieme alle competenze fondamentali in linea con gli standard dell’Unione Europea. Inoltre, è stato sviluppato un curriculum formativo di riferimento europeo, trasversale e generale, per soddisfare le esigenze di apprendimento degli studenti e le richieste del mercato del lavoro.
Nuovi approcci riabilitativi
Secondo il World Report on Vision, nonostante esistano già interventi riabilitativi efficaci, sono comunque necessari nuovi approcci transdisciplinari per migliorare ulteriormente l’assistenza e rispondere alle esigenze delle persone affette da disabilità visiva. Nel mondo sono stimate dall’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) 2,2 miliardi di persone tra ipovedenti e non vedenti. Un problema di natura globale a cui si sta tentando di dare risposta anche attraverso le nuove tecnologie. Alla tavola rotonda conclusiva dell’evento a Genova saranno quindi presenti i rappresentanti del partenariato strategico internazionale di oMERO Project insieme alla Fondazione David Chiossone e altre prestigiose realtà europee.
Roberta Gatto