Diritti di volo delle persone con disabilità? A Cagliari il caso di Daniele Rinaldo
«Sono stato involontario protagonista di una vera e propria discriminazione da parte di Ryanair». Così scrive in una lettera denuncia Daniele Rinaldo all’Enac. Rinaldo è malato di Sla, costretto in sedia a rotelle e costantemente attaccato a un respiratore.
Lo scorso 21 agosto, Daniele si trova all’aeroporto di Cagliari e sta per imbarcarsi sul volo per Venezia. Il personale di terra gli nega però l’imbarco. I motivi? La causa starebbe proprio nel respiratore. «In passato però ho viaggiato senza problemi con la stessa compagnia» racconta Daniele Rinaldo aggiungendo come, «nel sito dell’Enac, il respiratore non appare tra gli articoli vietati in cabina. Inoltre ho esibito una dichiarazione del mio medico curante riguardo la necessità di utilizzare un tale supporto alla respirazione». Niente da fare.
Daniele Rinaldo viene costretto a prendere, il giorno dopo, un volo della compagnia Ita con scalo a Roma affrontando un’ulteriore spesa di 600 euro.
Tutto questo nonostante da 23 anni il Regolamento (CE) n. 1107/2006 normi il trasporto aereo delle persone con disabilità. Proprio questo regolamento stabilisce come «le persone con disabilità e a mobilità ridotta hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini alla libera circolazione, alla libertà di scelta e alla non discriminazione».
La versione di Ryanair
La replica della compagnia irlandese sottolinea come «non è stato negato l’imbarco dagli agenti dell’aeroporto di Cagliari a causa del respiratore. In conformità con i nostri termini e condizioni, quelle macchine possono essere trasportate a bordo, ma non è consentito utilizzarle. Poiché il passeggero intendeva farlo, non ha potuto viaggiare e gli è stata offerta una riprotezione gratuita sul primo volo disponibile da Cagliari a Venezia il giorno successivo, che ha rifiutato».
Il caso di Ferruccio Sanvido
Non è la prima volta che una persona con disabilità denuncia una discriminazione di questo genere. Per quanti vivono nelle isole, inoltre, bisognerebbe tenere a mente che non sempre vengono offerte alternative adeguate alle necessità del passeggero.
Ne è dimostrazione la vicenda di Ferruccio Sanvido impossibilitato a viaggiare con le linee aeree. A causa di una fibrosi polmonare idiopatica, l’uomo utilizzava una strumentazione che richiedeva elevati dosaggi di ossigeno liquido. E le cure di cui Sanvido necessitava non erano presenti o possibili nelle strutture isolane.
Ferruccio Sanvido più volte aveva inviato lettere aperte di protesta al Governatore Solinas, agli assessori Moro e Doria appellandosi, infine al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tutto inutile.
Sanvido è venuto a mancare il 27 febbraio e la sua scomparsa ancora oggi impone una seria riflessione su quanto, per gli abitanti delle isole, il diritto di viaggiare molto spesso equivalga al diritto alla salute.
Emanuele Boi