Il disabile in moto? A disposizione i corsi di guida anche sportiva
Tutto è nato nel 2017 quando Bmw ha iniziato a collaborare con l’associazione Diversamente Disabili mettendo a disposizione dei corsisti veicoli modificati in maniera opportuna. Quest’anno poi, sono state messe a disposizione due Bmw multi adattate con comandi per la guida da parte di chi ha perso un arto (superiore o inferiore). I corsi di guida vengono organizzati dall’associazione Diversamente Disabili con la partecipazione di volontari di Bmw Group Italia e BmwMotorrad.
«Vedendo l’entusiasmo dei partecipanti si vorrebbe fare ancora di più» commenta soddisfatto Andrea Silva della Bmw Group Italia Pr & Communication Manager Motorrad. «Per noi è importante stimolare l’attività di associazioni come questa» insiste Silva, «non solo attraverso la messa a disposizione di veicoli, ma anche grazie al supporto organizzativo e di struttura, oltre alla capacità di dare visibilità a queste iniziative».
Emiliano Malagoli, classe 1975, è cresciuto con la passione del motociclismo. Il 30 luglio 2011, a causa di un incidente, subisce l’amputazione di parte della gamba destra. Non volendo abbandonare la sua grande passione si fa fare una protesi con cui tornare in pista.
Nel 2013 Malagoli e la moglie Chiara Valentini fondano “Di. Di. Diversamente Disabili”, la prima associazione in Italia a occuparsi del riavvicinamento al mondo delle due ruote dei ragazzi disabili che per una serie di difficoltà, tra cui quelle economiche, logistiche e burocratiche, non hanno avuto la possibilità di farlo.
Così l’associazione promuove tra i giovani con disabilità la pratica sportiva come elemento di socialità e di recupero. Tra le attività la creazione di una scuola guida con moto adatte e istruttori con la stessa disabilità degli allievi; un team di piloti e il primo (nonché unico) campionato al mondo nazionale e internazionale riconosciuto da Fim e dedicato a piloti con disabilità.
Dal 2014, inoltre, l’associazione si occupa di progetti di educazione stradale nelle scuole e del progetto patenti A speciali.
Emanuele Boi