Covid, variante Eris più resistente: cosa fare per difendersi
Secondo studi recenti, la variante Eris sarebbe più resistente agli anticorpi per via di una mutazione dovuta alla proteina Spike. Per monitorare l’andamento dei contagi, il Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità coordineranno un’indagine basata sulle varianti più diffuse a livello internazionale, tra cui appunto Eris.
Tamponi e test
Per l’individuazione dell’infezione, saranno sufficienti i tamponi utilizzati finora e ritenuti per il momento attendibili. In futuro, tuttavia, potrebbe rivelarsi necessario ricorrere a una versione aggiornata.
Se si ha avuto un contatto con una persona positiva, è raccomandabile attendere 5 giorni prima di sottoporsi al test, che andrebbe ripetuto 3 volte ogni 48 ore in caso di tampone antigenico e monitorare la comparsa di eventuali sintomi che non si discostano troppo da quelli della variante Omicron (mal di testa, tosse, mal di gola e raffreddore).
Restano comunque validi i dispositivi e le buone pratiche utilizzate durante la pandemia per evitare il contagio, unite a un pizzico di buon senso.