Victoria’s Secret lancia la lingerie per persone a mobilità ridotta
Il noto marchio di intimo statunitense presenta la sua nuova collezione di biancheria femminile adattiva. Un passo avanti verso l’inclusione da parte di uno dei brand di lingerie più conosciuti a livello mondiale e che fa ben sperare in un’apertura del mercato nei confronti di acquirenti con disabilità.
Sentirsi belle con un capo di biancheria addosso diventa qualcosa alla portata di tutte grazie alla nuova collezione di Victoria’s Secret, presentata recentemente alla New York Fashion Week.
Pensati per essere indossati con facilità, i nuovi capi sono un connubio vincente tra praticità ed estetica. L’obiettivo, fanno sapere dall’azienda, è rendere la lingerie facilmente indossabile da tutte, a prescindere dalla presenza o meno di una disabilità.
La collezione adattiva
Uno dei capi più problematici per le donne con ridotta capacità motoria è senz’altro il reggiseno; per questo, il marchio made in Usa ha progettato una calamita che si chiude sul davanti, sostituendo così le più scomode chiusure a uncino posizionate sul retro. Altro accorgimento è poi la regolazione della lunghezza delle bretelle, che sui nuovi reggiseni si trova davanti anziché posteriormente, evitando così alle donne di doversi contorcere o di dover chiedere aiuto nel tentativo di accorciarle o allungarle.
Una sfida verso l’inclusione
La collezione adattiva non è stata di facile realizzazione, come ha ammesso la stessa azienda. Grazie al lavoro congiunto di Lydia Smith, capo della sezione diversity dell’azienda, e di Gamut Talent Management, una società di consulenza che ha collaborato anche con Adidas e Tommy Hilfiger per realizzare capi adattivi, il progetto ha preso vita.
La collezione, disponibile a partire da ottobre su 40 store selezionati e sullo shop online, ha ricevuto molte segnalazioni positive.
Non solo marketing
L’idea di lanciare una collezione adattiva ha ovviamente anche un risvolto economico per l’azienda visto come prevede di arrivare a fatturare circa 400milioni di dollari entro il 2026.
Cifre che fanno auspicare un’apertura sempre maggiore del settore della moda verso le persone con disabilità.
Roberta Gatto