L’Italia sotto la lente della Commissione europea per i prodotti e servizi alle persone disabili
Il Parlamento Europeo chiede alla Commissione Europea di avviare un’indagine contro l’Italia per il mancato recepimento della Direttiva Europea sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi per le persone con disabilità.
La Direttiva del 2019/882 meglio nota anche come “Atto Europeo sull’Accessibilità” (European Accessibility Act) pone un’attenzione particolare riguardo la garanzia che una serie di prodotti e servizi essenziali che circolano all’interno dell’Unione Europea (come telefoni, computer, libri elettronici, servizi bancari e attinenti alle comunicazioni elettroniche) possano essere accessibili a tutte le persone, incluse le persone con disabilità.
L’Atto Europeo sull’Accessibilità mira soprattutto a garantire l’uguaglianza e a rimuovere le barriere che impediscono alle persone con disabilità di partecipare pienamente alla società digitale moderna. Il recepimento degli obblighi introdotti dalla stessa direttiva non sembra però essere in linea con le tempistiche richieste dalla normativa europea.
In particolare, l’Italia non ha effettivamente attuato questo principio fondamentale da raggiungere attraverso la soppressione e la prevenzione sistematica delle barriere all’accesso e all’utilizzo del mondo digitale mediante il principio della progettazione universale (il cosiddetto Design4all) e quindi alla preparazione, creazione e distribuzione di prodotti e servizi che possano essere utilizzati da tutti.
Manca l’implementazione della Direttiva relativamente ai servizi di comunicazione elettronica e in particolare per le comunicazioni di emergenza, ai servizi di trasporto. Proprio riguardo questi ultimi, manca la fornitura di informazioni sui servizi di trasporto ai passeggeri (ad esempio informazioni di viaggio fornite in tempo reale, schermi informativi interattivi e sistemi self-service ecc.).
Adesso, la Commissione Europea è chiamata ad avviare un’indagine contro l’Italia per il mancato recepimento della Direttiva sull’Accessibilità.
Sanzioni europee all’Italia
Un miliardo e tre milioni di euro: è quanto l’Italia ha pagato finora in sanzioni all’Unione europea per non essersi adeguata alle regole comunitarie. E questo, nonostante i moniti di Bruxelles, ripetuti per anni. Esistono le direttive Ue fra le proprie leggi nazionali e il tempo per adeguarsi e rispettarle è entro due anni al massimo. Chi non lo fa finisce nel radar della Commissione che può aprire una procedura di infrazione. La Costituzione italiana (artt.11 e 117) riconosce il primato del diritto europeo su quello nazionale, ma il nostro Paese è tra quelli che contano più procedure d’infrazione in Europa.
Bachisio Zolo