Disastri naturali e riduzione del rischio
Si celebra oggi 13 ottobre la Giornata internazionale per la Riduzione del rischio di disastri naturali. L’istituzione è avvenuta nel 1989 con l’obiettivo di promuovere una cultura globale della riduzione del rischio di disastri: un tema ancora oggi di grande attualità visto i fenomeni sempre più frequenti provocati dai cambiamenti climatici.
Il tema scelto per l’edizione 2023 è “Lotta alle diseguaglianze per un futuro resiliente” e proprio in questo contesto è stato pubblicato dall’Ufficio delle Nazioni Unite per la riduzione del rischio di catastrofi (Undrr) il report “2023 Global Survey on Persons with Disabilities and Disasters” in cui sono riassunti i risultati della seconda indagine globale sulle persone con disabilità e i disastri.
Come si legge nella prefazione, «i disastri colpiscono tutti, ma hanno un impatto sproporzionato sulle persone con disabilità […] Nell’ambito del Quadro di riferimento di Sendai per la Riduzione del Rischio di disastri 2015 – 2030 dove si riconosce un ruolo di primo piano alle attività di prevenzione, l’Undrr ha collaborato con numerose organizzazioni che si occupano di disabilità per condurre un’indagine sulle persone con disabilità e disastri naturali».
L’indagine
Le persone con disabilità costituiscono il 16 per cento della popolazione mondiale e sono tra le più colpite in caso di catastrofi naturali provocati da cambiamenti climatici ed emergenze sanitarie globali.
Basata su quella svolta compiuta nel 2013, l’indagine è stata condotta tra gennaio e marzo in 132 Paesi con un totale di 6342 risposte.
Nello specifico, si è indagato sulla preparazione delle persone con disabilità in caso di catastrofi, comprendendo la pianificazione di vie di fuga e assistenza; la disponibilità di avvisi tempestivi e informazioni accessibili per le persone con disabilità e infine capire se le persone con disabilità sono consapevoli dei piani di riduzione dei rischi a livello nazionali e locale e se questi rispondono alle loro esigenze.
I risultati raccolti però, non registrano particolari progressi nelle politiche governative in materia di prevenzione del rischio in caso di catastrofi e non si rilevano differenze significative tra i vari Paesi.
I risultati
Per quanto riguarda la preparazione, l’84 per cento di persone con disabilità, contro il 71 per cento del 2013, ha dichiarato di non avere una adeguata preparazione personale in caso di disastri.
In tema di informazioni sulla gestione o la riduzione dei rischi, l’11 per cento ritiene di avere a disposizione informazioni in formati accessibili, il 33 per cento di averle parzialmente, il 12 per cento di non averne e il 44 per cento è inconsapevole.
Il 35 per cento ritiene, inoltre, di avere alcune difficoltà in caso di evacuazione immediata, il 29 per cento di avere numerose difficoltà e il 10 per cento di non poter scappare senza alcuna assistenza.
Solo l’11 per cento è a conoscenza dei piani di diminuzione del rischio a livello nazionale e locale e solo l’8 per cento dichiara che i piani locali tengono in considerazione le esigenze specifiche delle persone con disabilità. Il 16 per cento, inoltre, dichiara di impegnarsi in ruoli per l’inclusione delle persone con disabilità nei processi di governante, ma questi non sempre sono ricoperti da persone con competenze in gestione inclusiva delle emergenze.
L’indagine, in ambito di partecipazione, non regista un incremento di persone con disabilità nei processi decisionali dei piani di riduzione del rischio. Sia nel 2013 che nel 2023, infatti, l’86 per cento degli intervistati ha dichiarato di non aver partecipato attivamente. Aumenta però la volontà di partecipazione: il 56 per cento si è detto disponibile a partecipare, contro il 51 per cento registrato nel 2013.
Seppur è stata segnalata la presenza di forum o altri strumenti per la partecipazione diretta, il 75 per cento ne evidenzia l’assenza. Tra i principali fattori che limitano la partecipazione delle persone con disabilità nei processi di riduzione dei rischi, vi sono i problemi di accessibilità e le barriere attitudinali.
Raccomandazioni finali
In conclusione, vengono fornite delle raccomandazioni utili ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi prefissati con il Quadro di riferimento di Sendai per l’inclusione delle persone con disabilità e la resilienza. Riguardano, inoltre, con l’Agenda 2030 e l’Accordo di Pardi Parigi, nel quadro delle convenzioni sul clima.
In particolare, si auspica il rispetto delle norme internazionali nel tenere in considerazione i bisogni delle persone con disabilità nella pianificazione dei piani per affrontare le catastrofi, a partire dalle informazioni accessibili e piani di evacuazione efficaci; la partecipazione delle persone con disabilità nei processi decisionali, garantendone la partecipazione e l’adozione da parte di Governi e organizzazioni che operano con la disabilità, di misure volte a garantire l’equità tra le persone con e senza disabilità in tutte le misure volte a prevenire e ridurre i rischi in caso di catastrofi.
Emanuele Boi