È sarda la app che sfida le barriere architettoniche di locali e ristoranti
Un giovane cagliaritano con sclerosi multipla, Marco Altea, 34 anni, ha creato una applicazione per permettere alle persone con disabilità di trovare locali, bar e ristoranti realmente accessibili.
L’applicazione Whable consente di trovare locali, bar e ristoranti accessibili grazie alle indicazioni fornite dagli stessi utenti. Una sorta di community interattiva in cui chiunque può segnalare l’accessibilità delle location visitate, evitando così brutte sorprese agli altri utenti. «Quando chiediamo informazioni» racconta Marco Altea, «riceviamo indicazioni errate, anche se non in malafede. È solo perché chi non ha una disabilità non capisce quali possano essere i problemi di chi ce l’ha».
Spostarsi liberamente
Ma quanti e quali sono questi luoghi realmente accessibili? «I posti davvero accessibili ci sono, anche se non sono moltissimi. E a volte basterebbe davvero poco per venire incontro alle nostre esigenze» spiega Altea. E prosegue: «incontrare una barriera per noi è come leggere un cartello con la scritta: “qui le persone con disabilità non possono entrare”. E non è bello».
La mission dell’ideatore è quindi rendere le persone con disabilità libere di muoversi per locali senza correre rischi per la propria sicurezza. In questo senso, la app si propone di incoraggiare queste persone a uscire, contrastando così il rischio dell’isolamento sociale.
Accessibilità e socialità
«Per questo» dichiara Altea, «vogliamo, anche con l’app, invitare le persone con disabilità a uscire. Perché essere costretti a stare sempre in casa può portare a esclusione sociale e solitudine».
La app è scaricabile gratuitamente in italiano al link che si trova nel sito di Wable e su PlayStore e App Store. È stata inoltre avviata una raccolta fondi su GoFundMe per finanziare il progetto con 25mila euro ed espandere così il suo utilizzo anche al di fuori dell’Italia.
Roberta Gatto