Ristoranti italiani: il 72 per cento dei clienti li vorrebbe più inclusivi
Secondo lo studio condotto dalla società statunitense, il 72 per cento dei clienti si aspetta che i ristoranti siano inclusivi e propongano menù adatti a esigenze alimentari specifiche come celiachia, intolleranze, stili alimentari vegani, e altri ancora. Il 56 per cento ritiene invece che la tecnologia possa aiutare in tal senso, mentre il 40 per cento vive meglio l’esperienza del mangiare fuori casa grazie alle app e al digitale. Infine, il 46 per cento usa la tecnologia per interagire con bar e ristoranti.
Menù accessibili
Il digitale potrebbe aiutare anche a rendere più inclusivi i menù di bar e ristoranti a persone con disabilità. Basti pensare ai classici menù cartacei, davvero una vera e propria barriera per chi ha una disabilità visiva.
Questo si traduce spesso nell’impossibilità di consultare l’elenco dei piatti a disposizione in maniera autonoma, o di verificare la presenza di determinati allergeni. A tale problema si è in parte ovviato con l’avvento dei menù digitali, disponibili in rete o scansionabili utilizzando un qr code. Questi menù consentono ai clienti ciechi e ipovedenti di utilizzare la sintesi vocale del telefono o la lente di ingrandimento per accedervi in autonomia.
Menù in Lis
La nuova sfida sembra però essere l’accessibilità dei menù per persone sorde. Chi non sente o non parla è infatti impossibilitato a comunicare la propria ordinazione ai camerieri e anche un semplice bicchiere d’acqua al bar diventa qualcosa di irraggiungibile. Eppure, basterebbe affiancare all’elenco dei piatti più comuni la corrispettiva immagine in Lingua dei Segni così da facilitare la comunicazione e rendere le persone con disabilità uditiva autonome.
Formazione del personale
Le immagini nei menù possono risultare utili anche per le persone con disabilità intellettiva. Ad esempio, segnalare la presenza di un ingrediente non adatto ai celiaci utilizzando un simbolo, può facilitare la comprensione ed evitare spiacevoli conseguenze.
Anche la formazione del personale ha un ruolo rilevante nel rendere bar e ristoranti più inclusivi: ad esempio, l’uso di un linguaggio chiaro e privo di infantilizzazioni nell’interazione con clienti adulti può rendere l’esperienza più gradevole per le persone con disabilità. Rivolgersi direttamente a loro nel prendere le ordinazioni, poi, è una forma di rispetto che dovrebbe essere presente in ogni società civile, ma che purtroppo, ancora oggi sembra non appartenere ai più. Troppo spesso infatti, ci si rivolge agli accompagnatori o alle altre persone presenti nella tavolata, mortificando i clienti con disabilità.
Anche il mondo della ristorazione, quindi, sembra non potersi sottrarre al cambiamento in atto nella nostra società già da qualche anno essendo i clienti sempre più consapevoli dei propri diritti e delle proprie esigenze. Per riuscire a fare meglio, i ristoratori possono rivolgersi alle associazioni di terzo settore per scegliere l’approccio più inclusivo per la propria attività, così da regalare un’esperienza completa e gradevole a tutti.
Roberta Gatto