Denatalità in Italia, la percezione che se ne ha
Le politiche a supporto della famiglia ritenute insufficienti da un italiano su due. Questo il risultato più significativo emerso dalla ricerca “Gli italiani e la denatalità” realizzata da Changes Unipol ed elaborata da Ipsos.
La ricerca: metodologia e l’oggetto di indagine
Effettuata con interviste Cawi (un questionario compilato online), ha coinvolto mille individui sul territorio nazionale rappresentativo della popolazione nella fascia di età 16 – 74 anni. Effettuate 720 interviste in 9 aree metropolitane (circa 80 interviste per area) di Nord, Centro e Sud Italia.
Il tema approfondito è il rapporto e la percezione che gli italiani hanno della denatalità. Nello specifico, vengono analizzati e approfonditi i seguenti aspetti: la situazione familiare Italia, i motivi della denatalità, le conseguenze della denatalità e le misure a supporto della natalità.
La situazione familiare
Nel nostro Paese si stimano oltre 25 milioni di nuclei familiari, di cui il 33 per cento composto da persone sole e il 32 per cento da coppie con figli. Le percentuali maggiori di famiglie con almeno due figli si registrano a Cagliari (60 per cento), Bari (52 per cento) e Napoli (48 per cento).
Ad avere figli sono principalmente gli appartenenti alla Generazione X (ovvero gli individui tra i 41 e i 56 anni di età) e i Baby Boomers (gli individui tra i 57 e i 74 anni). Tra i Millennials, persone tra i 27 e i 40 anni di età, solo un terzo ha figli.
Il 36 per cento dei nuclei familiari senza figli intervistati sul territorio nazionale (il 37 per cento di quelli nelle aree metropolitane) dichiara di desiderarne. Le percentuali più alte si registrano a Cagliari (47 per cento) e Torino (41 per cento). Discorso diverso a Napoli e Milano dove, rispettivamente per il 39 e il 34 per cento degli intervistati, avere figli non è un progetto di vita.
Le cause della denatalità
Per gli intervistati, i motivi che determinano l’aumento dell’età in cui si hanno figli sono economiche personali (per esempio il costo della vita elevato), socio-culturali (per esempio l’aumento dell’età in cui ci si sposa) e lavorative (per esempio la situazione contrattuale).
A Cagliari, la motivazione prevalente è quella economica. Nello specifico, il 43 per cento degli intervistati sostiene di avere spese troppo elevate che non permettono di avere una famiglia; segue quella lavorativa, in particolare una situazione contrattuale stabile o soddisfacente nei primi anni di carriera (28 per cento) e per quanto concerne le motivazioni socio-culturali il 18 per cento ritiene che sia determinato dall’aumento dell’età media in cui ci si sposa.
Le conseguenze della denatalità
Il sistema pensionistico e lo spopolamento delle aree urbane, secondo gli italiani, sono gli aspetti su cui inciderà maggiormente la denatalità. Seguono crescita del Pil, la gratuità e l’universalità del Sistema Sanitario Nazionale e il crollo del mercato immobiliare.
Le misure a supporto della natalità
Agli intervistati è stato chiesto, inoltre, di valutare le misure a supporto della famiglia con una giudizio da 1 a 10. Tra quanti hanno figli, un italiano su due (53 per cento) ritiene insufficienti le misure a supporto della famiglia. L’11 per cento, invece, si dice soddisfatto. I gradi maggiori di insoddisfazione si registrano a Verona, seguita da Roma e Napoli. A Cagliari e Bari, invece, vi è maggiore soddisfazione.
Interessante anche il giudizio dato alle misure a livello generazionale. La Generazione X (41-56 anni) e i Baby Boomers (57-74 anni) sono le più critiche. La Generazione Z (16-26 anni), invece, è la più soddisfatta pur dando nel complesso una valutazione media insufficiente.
Dati da Cagliari
Guardando più specificatamente a Cagliari, il 57 per cento degli intervistati ritiene efficace l’assegno universale mensile per ogni figlio a carico; il 55 per cento ritiene necessario riformare i congedi parentali, estendendoli. Il 54 per cento ritiene si debbano introdurre incentivi al lavoro femminile.
Infine, per 7 italiani su 10 (66 per cento) le politiche italiane di sostegno alla famiglia e alla genitorialità sono inferiori alla media europea. Questa consapevolezza si registra maggiormente tra la Generazione X (41-56 anni) con il 70 per cento e i Baby Boomers (57-74 anni) con il 75 per cento.
A Cagliari è il 58 per cento degli intervistati a considerare le misure inferiori alla media europea.
Emanuele Boi