“Disability Glam”: donne e uomini con disabilità si svelano davanti all’obiettivo
Il corpo diventa un’opera d’arte anche quando porta con sé una disabilità. Da qui il titolo del progetto “Disability Glam, la disabilità svelata” con il concept fotografico realizzato da Gianfranco Falcone. L’artista milanese ha messo a nudo la bellezza di quelli che definisce “corpi non conformi”, chi per una disabilità motoria, chi per una malattia degenerativa.
Senza tabù
«Con questa serie di ritratti ho voluto celebrare la bellezza dei ‘corpi non conformi’, ovvero quei corpi che a causa di una disabilità, non rientrano nei canoni di quel che la società definisce bello» spiega Falcone. «Quando si parla delle persone disabili se ne parla sempre dal punto di vista del bisogno. Cosa manca alle persone in carrozzina? Perché la città non è accessibile? E così via. Non si cerca mai di guardare alla bellezza che una persona con disabilità ha dentro di sé, alla bellezza che può offrire all’esterno, agli altri. Figuriamoci quando si parla di corpi nudi».
Tra sessualità e sensualità
Secondo l’artista, un corpo “non conforme” può non solo essere bello, ma anche “carico di sensualità”.
La raccolta fotografica, già apparsa su diverse testate nazionali, fa parte del progetto teatrale “Disability Project” con la Compagnia NoGravity.
All’interno della performance, vi sono inseriti temi caldi come il sesso e la sessualità. «Non siamo angeli, anche noi facciamo sesso e proviamo piacere come ogni altra persona» dichiara Francesca Martina Donna, scrittrice e attivista che ha posato nuda per il progetto. «Chi è che decide cosa è bello? Che cosa è conforme? Sono stereotipi sociali che in realtà non hanno senso. Ciascuno di noi può esprimere la propria sessualità, così come pure ha diritto a provare piacere. In questo senso l’Italia ha ancora grandi passi avanti da fare, magari introducendo figure come l’assistente sessuale. Perché non ci dev’essere nulla di cui vergognarsi nel dire che anche noi ci soddisfiamo e soddisfiamo i nostri partner».
Un progetto che ha quindi, tra gli obiettivi, quello di creare maggiore consapevolezza sul mondo della disabilità e su quello ancora meno conosciuto (e più taciuto) della sessualità.
Roberta Gatto