Disabilità: appuntamenti più sicuri con “DigiVi”
Arriva dalla Svezia la app di incontri pensata per le persone con autismo o disabilità intellettive lievi. Si tratta di uno spazio virtuale sicuro, con un’interfaccia grafica semplice e procedure di registrazione volte a garantire la sicurezza degli utenti.
Non sempre sui social tradizionali è possibile trovare un ambiente sicuro, specie per chi ha una fragilità in più. Le persone con disabilità sono maggiormente esposte al cyberbullismo e alle truffe; raramente poi, trovano il coraggio di parlare apertamente della propria disabilità, come ricorda un’utente di DigiVi.
«Ho provato altre app e siti di incontri» racconta un utente, «ma ho notato come fosse più difficile essere trasparente sulla mia disabilità. Quindi ho mentito dicendo che non avevo disabilità».
Le differenze con le altre app di incontri
DigiVi è una app per persone con disabilità creata con l’aiuto delle persone con disabilità secondo la visione del “Nothing for us without us” (Niente per noi senza di noi).
Infatti, sono gli stessi utenti a definire il regolamento, richiedendo ad esempio, che l’invio di foto di nudi fosse vietata, o di essere gentili gli uni con gli altri.
Molti degli utenti hanno dovuto abbandonare altri siti di incontri proprio perché ricevevano foto indesiderate, o perché al momento dell’appuntamento si trovavano di fronte persone completamente diverse da quelle conosciute online.
Questo, ovviamente, può accadere anche a persone senza disabilità, ma nel caso di quelle con disabilità il discorso si fa ancora più delicato.
Per questo, la app è stata sviluppata proprio da un’associazione che aiuta le persone con disabilità intellettive e cognitive.
Come accedere a DigiVi
La app è molto semplice: per iscriversi, gli utenti devono prima incontrare un membro del team che ne verifica l’identità e li aiuta a creare un account. L’account è quindi collegato al numero di previdenza sociale, scoraggiando così l’uso improprio.
Una volta creato un profilo utente, è possibile accedere al forum di discussione e utilizzare il pulsante di aiuto.
Attualmente la app è attiva in 20 città svedesi e conta 180 utenti.
Un’idea che potrebbe prendere piede anche nel resto d’Europa, per rendere anche le relazioni sociali più inclusive e sicure per tutti.
Roberta Gatto