Sesso, amore e disabilità: cosa ne sappiamo
«Se toccassi le curve di Charlize Theron, potrei restare indifferente. Questo perché non conta quanto una persona rientri nei canoni universali di bellezza, quanto come il suo corpo si adatta al mio».
Di tutte le cose che con Giuseppe ci siamo detti ieri sera, a proposito di sesso, amore e disabilità, questa è forse quella che mi ha colpita di più.
Se dobbiamo trovare delle differenze tra normodotati (intendo a livello dei cinque sensi) e persone con disabilità sensoriale, non posso evitare di pensare alla forte correlazione tra senso e sesso.
Io e Giuseppe facciamo parte della categoria dei non vedenti, ovvero di quelle persone che per esperire il mondo circostante si affidano principalmente a tatto, udito, olfatto e gusto, non necessariamente in quest’ordine. Insomma, dei fan obbligati dei rapporti al buio.
«Se una donna mi si presenta in reggicalze e brasiliana, non mi fa alcun effetto perché non posso vederla. Ma se la stessa donna mette un profumo particolare, ha una voce che incontra i miei gusti e non si vergogna a usare il dirty talk (linguaggio spinto), allora è fatta» dice ancora Giuseppe.
Come dargli torto. Per me, una voce calda, una parolina spinta e un buon profumo maschile sono un cocktail esplosivo, una botta di ferormoni che mi arriva dritta al cervello e mi accende come un falò di Ferragosto. E non è necessario che il portatore di tanta sensualità sia Patrick Dempsey (eletto uomo più sexy del 2023). Uomini (e donne) non siate timidi: i non vedenti hanno una carica sessuale che non vi aspettereste. Scoprite come conquistarli.
Les liaison dangereuse
Il fatto di non vedere, ci pone in un certo senso “al di sopra” di chi non ha una disabilità visiva. «Le persone cieche non si possono basare sull’aspetto fisico. Diamo molta importanza alla personalità, al modo di essere. Se sei una strafiga o uno strafigo, ma hai il sex appeal di un tavolo di Ikea, la scintilla non scatta. Ecco perché non di rado capita di vedere coppie esteticamente non proprio equilibrate» fa notare Giuseppe. Insomma, nel nostro caso, l’amore è davvero cieco.
Il mood del non vedente
Ad attrarci fin dal primo istante non è quindi l’aspetto fisico, ma il modo in cui l’altro si pone nei nostri confronti. «Se l’altra persona è rilassata rispetto alla nostra disabilità, non è in imbarazzo, si pone in modo naturale, ci dà sicurezza, allora il primo step è superato e si può passare a quello successivo». E qui si apre un altro capitolo del corteggiamento. Perché sentirsi a proprio agio con l’altro non basta. Ci vuole quel qualcosa in più, quella chimica che, se scatta, porta dritti in camera da letto.
Asmr e dintorni
Ma cosa fa partire l’ormone ai privi di vista? Qual è l’ingrediente segreto che non deve mancare in una coppia dove almeno uno dei partner è cieco o ipovedente? La risposta è soggettiva. C’è chi preferisce affidarsi principalmente al tatto, quindi deve provare piacere nel toccare il corpo del o della partner, chi invece ha bisogno di essere stimolato a livello olfattivo, chi ancora preferisce degustare il proprio uomo o la propria donna come fosse un buon vino o un dessert, e infine chi perde la testa per una voce ben modulata e senza tabù.
Per quanto mi riguarda, credo di apprezzare un buon mix dei quattro, ma se devo sceglierne uno… Per me (e anche per Giuseppe), è assolutamente la voce.
E come non pensare ai video Asmr, dove voci maschili e femminili sussurrano le cose più sconce ed erotiche che l’orecchio umano possa percepire? Sarei curiosa di sapere quante donne e quanti uomini con disabilità visiva utilizzano questi video per dedicarsi al proprio piacere.
Altre disabilità, altre preferenze
Non avendo altre disabilità, io e Giuseppe abbiamo potuto soltanto fare congetture su quali siano le preferenze amorose/sessuali di chi ha una disabilità sensoriale, cognitiva e motoria diversa dalla nostra. Per logica, ci siamo detti: «le persone sorde si affideranno maggiormente alla vista, quelle in carrozzina saranno più vicine ai normodotati e quelle nello spettro…» Sinceramente non ci siamo dati una risposta.
Per quanto riguarda l’argomento sesso, abbiamo supposto che chi ha una disabilità motoria abbia fantasie diverse rispetto alle posizioni da far assumere al o alla partner, in funzione delle proprie possibilità di movimento. Diciamo che il lato più acrobatico del rapporto a letto lascia probabilmente spazio ad altre cose. «Se non posso metterti o mettermi in ginocchio, potrei anche fantasticarci sopra, ma all’atto pratico cercherò altre posizioni».
Linee Hot
Per chi non vede, spesso incontrare possibili partner diventa difficile. Diversamente da quanto accade per i normodotati, infatti, i non vedenti non si sentono esattamente a loro agio nell’interazione con chi cieco non è. Ovviamente, si tratta di un discorso generico ed esistono molte eccezioni.
Ma nella maggior parte dei casi, le persone tendono a cercare partner nella propria cerchia di conoscenze, ad esempio non è strano trovare coppie formate da persone con interessi simili o che svolgono la stessa professione.
Detto questo, non è strano che i non vedenti trasformino i corsi pensati per loro, come quelli di centralinista, in vere e proprie riserve di caccia e pesca: basta entrare in una qualsiasi aula dove il numero di persone con disabilità visiva sia superiore a due per respirare ossigeno e ferormoni. Tolti i freni legati al complesso della disabilità (che spesso porta a sentirsi non all’altezza di un possibile partner normodotato), un’altissima percentuale di persone con disabilità visiva si concede di sperimentare l’amore in tutte le sue forme, senza se e senza ma, e soprattutto ( è il caso di dirlo) senza guardare in faccia nessuno.
Una Woodstock versione “blind”, per intenderci.
Ah l’amore. Quanto è bello. E quanto è più bello quando si concentra sulla persona anziché sulla disabilità. Senza complessi, senza tabù.
Buon san Valentino a tutti.
Roberta Gatto