Prevenzione della cecità: i conti non tornano
Certo, «tanto più è precoce l’identificazione delle cause di danno funzionale o di ostacolo alla maturazione, tanto più aumenta la possibilità di trattamento o di efficaci provvedimenti riabilitativi». A dirlo (a pag. 8) sono i dati sul censimento dei Centri regionali di prevenzione e riabilitazione della vista. Il 30 gennaio 2024 è stata resa pubblica quella con i dati del 2020 (disponibile a questo link Relazione annuale al Parlamento sull’applicazione della Legge 284/1997 (salute.gov.it)).
I numeri
«I centri segnalati dalle Regioni sul territorio nazionale per l’anno 2020 sono 50. Nel corso degli anni si è verificata una progressiva riduzione del numero dei centri». La Regione che presenta il numero maggiore dei Centri in termini assoluti è la Lombardia (15). Diversa la situazione nella altre regioni italiane. A partire dal 2018, la Regione Basilicata ha sospeso l’attività di prevenzione e riabilitazione visiva sul territorio regionale per criticità organizzative connesse al reclutamento del personale.
Le Regioni Molise e Sicilia (quest’ultima per il secondo anno consecutivo) non hanno trasmesso i dati sull’attività dei Centri di riabilitazione visiva al Ministero. La Regione Puglia, che aveva quattro Centri attivi nel 2019, ora dichiara di averne attivo solo uno. In merito alla distribuzione dei Centri di riabilitazione visiva rispetto al numero di abitanti è evidenziato «che diverse Regioni hanno un elevato numero di centri rispetto alla popolazione residente: in particolare, alcune delle Regioni meno popolose hanno comunque un centro di riabilitazione visiva (ad esempio la Valle d’Aosta) o più di uno (ad esempio l’Abruzzo)».
Nell’anno 2020 non si è ridotto solo il numero dei Centri di riabilitazione visiva, ma anche la loro attività si è ridimensionata a causa della pandemia da Covid-19, con un calo netto di -32,3 per cento delle persone assistite rispetto all’anno precedente (17.634 pazienti nel 2020 rispetto a 26.063 pazienti nel 2019).
Entrando nel merito delle distribuzioni dei/delle pazienti per fasce di età, il Ministero specifica come, «complessivamente i pazienti seguiti in età pediatrica sono 4.651, in diminuzione rispetto al 2019, quando erano 6.930. Questa diminuzione è in linea con la diminuzione del numero di pazienti nella popolazione generale, in quanto la percentuale di pazienti di età 0-18 anni è rimasta stabile (26,6 per cento del totale nel 2019 e 26,4 per cento nel 2020).
I disabili visivi pediatrici sono una minoranza rispetto al gran numero degli anziani, tuttavia il loro processo riabilitativo costituisce un impegno e un onere maggiore. Nel 2020, i pazienti seguiti di età superiore ai 65 anni (la fascia d’età più interessata dai disturbi visivi in termini di prevalenza) sono stati 7.995 (il 45,3 per cento del totale). Numeri in calo rispetto i termini assoluti al 2019, quando erano 11.679 (44,8 per cento del totale)».