Si fa presto a dire “Festa delle Donne”
Se si guarda al mondo del lavoro e ai dati che riguardano l’occupazione, le donne che lavorano sono 9,5 milioni contro i 13 milioni di uomini. Si tratta di un gap di genere che non può soltanto essere frutto di libere scelte, ma di condizionamenti sociali ancora esistenti e diffusi.
A confermare questa lettura intervengono Confcommercio e Ispettorato Nazionale del Lavoro asserendo come i posti di lavoro per gli uomini crescono il doppio rispetto alle donne e l’Italia resta il fanalino di coda della Ue per il più basso tasso di occupazione delle donne, sottopagate e con impieghi, spesso precari, in settori non strategici.
I dati
Guardando ai dati nazionali disponibili del 2022, si vede come le dimissioni generali in Italia sono cresciute a 61.391 con un aumento del 17,1 per cento rispetto al 2021. Quasi il 73 per cento riguarda donne che denunciano difficoltà a gestire vita privata e impiego. Lavoro e figli, insomma.
E sono proprio le donne con figli (1 su 5 è neomamma), ben il 63 per cento, a rinunciare al lavoro perché non trova equilibrio tra cura dei figli e professione. Se si guardano invece i numeri riguardanti il genere maschile, solo il 7,1 per cento dei papà si dimettono principalmente per cambiare azienda e avanzare di carriera.
Quasi 45mila le donne che hanno lasciato il lavoro dopo la maternità fanno registrare un incremento del 19 per cento rispetto l’anno precedente. E questo principalmente a causa della mancanza di servizi di supporto territoriali per la prima infanzia.
Altri fattori
Alla mancanza di strutture e servizi, si aggiungono fattori ancora più inquietanti come discriminazione e mobbing: risultano ancora i problemi più diffusi, capaci di alimentare il divario di genere esistente.
Mama Chat, il primo Ente Europeo a offrire assistenza psicologica online tramite psicoterapie low-cost e uno sportello chat gratuito e anonimo, ha deciso di portare sotto i riflettori il tema “Donne e Lavoro” e per farlo ha deciso proprio la Giornata dei Diritti della Donna di questo 8 marzo 2024.
Fondata da Margherita Fioruzzi e Marco Menconi nel 2017, Mama Chat ha accolto in cinque anni 37mila donne, ragazze e ragazzi in fragilità psicologiche, sociali e vittime di maltrattamento e violenza di genere.
Il grido d’aiuto
Le voci raccolte dalle psicologhe responsabili dello sportello chat online (consultabile 6 giorni su 7), descrivono scenari pesanti a carico delle lavoratrici che portano con sé senso di colpa, perdita di indipendenza, percezioni di inadeguatezza, attacchi di panico, stati d’ansia sino alla depressione. Tra le 6mila chat ricevute da Mama Chat nel 2023, molte sono donne che hanno paura di ricollocazione e sentono discriminazione e scollamento dal tessuto sociale in cui lavorano, ma c’è anche chi solo perché donna è stata scartata in favore di un uomo. Ancora: tante sono estenuate dalla gestione del carico lavorativo e delle mansioni di cura extra lavorativa vista come responsabilità femminile. E chi ha messo in stand by il desiderio di diventare mamma per non restare disoccupata subisce pressioni più o meno esplicite.